Traghetti “affondati” dai rincari folli dei carburanti. A rischio i collegamenti con le isole?

“Traghetti “affondati” dal caro carburanti. A rischio i collegamenti con le isole?” E questo il titolo scelto dal portale mareonline.it per riassumere l’allarme lanciato da Assarmatori contro i costi di gestione dei collegamenti via mare con le principali isole diventati insostenibili, con un aumento di 50mila euro al giorno per pagare il viaggio di andata e ritorno sulla rotta Genova-Olbia-Genova, tratta per eccellenza del turismo vacanziero in Sardegna scelta dai responsabili dell’associazione che rappresenta gli armatori italiani, dell’Unione Europea e dei Paesi terzi che operano in Italia servizi marittimi regolari di linea come “campione” della situazione. “Cinquantamila 50 mila euro in più per pagare il carburante (che rappresenta circa il 30 per cento dei costi di esercizio di una nave) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso”, hanno calcolato i rappresentanti di Assarmatori, denunciando le conseguenze drammatiche che il caro carburanti sta avendo su un settore, quello dei trasporti marittimi, “vitale per un Paese con migliaia di chilometri di coste, isole da raggiungere e che, soprattutto, ha nel turismo sul mare una delle sue principali “voci di bilancio”, come sottolinea mareonline.it. “Extracosti giornalieri effettivi sensibilmente più elevati a parità di partenze e frequenze che valgono per tutti i principali collegamenti per Sardegna e Sicilia, nonché per l’Elba e le isole minori e che costringeranno le compagnie ad adeguare il costo dei biglietti, come denunciano i responsabili di Assarmatori, affermando che gli aumenti rappresentano “una scelta obbligata per evitare la sospensione di quei servizi marittimi da e per le isole, che anche nei mesi più duri della pandemia hanno garantito comunque sia la continuità territoriale, sia il trasporto di passeggeri e merci, inclusi gli approvvigionamenti indispensabili specie per la Sardegna .Adeguare i noli e le tariffe rappresenta una scelta dolorosa ma necessaria che impatterà sull’intera filiera produttiva fino al consumatore finale”, si legge in un comunicato stampa diffuso dall’associazione degli armatori, “ma le conseguenze di uno stop ai servizi sarebbero ben più drammatiche, come facilmente intuibile, in particolare per la popolazione insulare e per tutto l’indotto, anche turistico, per il quale questi collegamenti sono linfa vitale. È il caso di ricordare come le nostre imprese siano ancora in attesa dei ristori previsti da diversi provvedimenti legislativi per limitare le conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria, e adesso si trovino ad affrontare, da una posizione di ulteriore fragilità, le conseguenze di una nuova emergenza”. Emergenza alla quale occorre trovare rimedio in fretta, conclude l’articolo di mareonline.it, “se non si vuole far naufragare miseramente un diritto sancito dalla Costituzione: quello di garantire a passeggeri e merci la continuità territoriale. Difficile da immaginare, senza traghetti, per milioni d’italiani che vivono e lavorano sulle isole”.

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