I camion venduti erano “fantasma”: 15 banche coinvolte in una truffa milionaria

Per truffare una quindicina di banche avrebbero ideato un sistema tanto semplice quanto redditizio: facevano “caricare” agli istituti di credito sconti bancari di fatture per vendite di automezzi pesanti mai compiute. Un sistema che ha permesso una nota concessionaria di camion di farsi erogare anticipi per un totale di 58 milioni di euro sulla base di false fatture emesse per operazioni fittizie per un valore di circa 63 milioni di euro. A trasportare invece la truffa al capolinea, sequestrando tre milioni di euro nei confronti di altrettante imprese e arrestando due imprenditori sono stati gli uomini della Guardia di Finanza e i carabinieri di Forlì al termine di un’inchiesta coordinata dai sostituti procuratori Francesca Rago e Laura Brunelli. Le accuse contestate ai due indagati sono truffa aggravata, calunnia, appropriazione indebita, auto-riciclaggio, riciclaggio ed esercizio abusivo di attività finanziaria. Le somme truffate sarebbero state reinvestite utilizzando una società immobiliare amministrata da uno dei due arrestati che avrebbero coinvolto nelle attività illegali diversi autotrasportatori. Uno dei due arrestati dovrà rispondere anche dell’accusa di calunnia: per giustificare di fronte ai responsabili degli istituti di credito l’impossibilità di coprire gli insoluti generati dalla presentazione allo sconto delle false fatture avrebbe incolpato, con tanto di denuncia presentata in Procura della Repubblica, un proprio dipendente, accusandolo del delitto di appropriazione indebita. 

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