Indietro tutta: il servizio ferroviario fra Lecco e Milano “arretra” di 20 anni. E minaccia la salute

Da settembre uno dei treni più frequentati del lecchese, il Colico-Milano, con orario di partenza da Colico alle 6.09 e da Lecco alle 7.19 e con arrivo alla Stazione centrale del capoluogo di regione alle 8.07, verrà dirottato a Milano Rogoredo. Una decisione, pubblicata nell’orario estivo di Trenord, che ha immediatamente scatenato la reazione del Comitato Pendolari Lecco-Milano che per voce del presidente, Giorgio Dahò, ha denunciato come “moltissimi pendolari del lecchese non disporranno così più di un treno che consenta di raggiungere il capoluogo in orario congruente con quello del luogo di lavoro” e come “il cambio del capolinea a Milano costituisca di fatto un arretramento di circa 20 anni nei servizi tra Lecco e Milano, che diverranno più lenti e meno efficaci”. Continua a leggere

L’Italia deve guidare i giovani verso gli istituti tecnici se vuole dare un futuro alla sua economia

“La carenza di autisti nel settore dell’autotrasporto è un problema molto serio e sentito, per il quale occorrono interventi urgenti e azioni concrete da parte delle istituzioni al fine di incentivare la formazione giovanile e professionale, soprattutto incentivando maggiormente il ricorso agli Istituti tecnici superiori, così come per sburocratizzare e abbassare i costi di accesso alle professioni trasportistiche e logistiche”. A dichiararlo è stato il vicepresidente di Alis, Marcello Di Caterina intervenuto, in rappresentanza delle oltre 1600 realtà imprenditoriali del comparto del trasporto e della logistica, su un tema “particolarmente importante per il futuro delle imprese italiane. Continua a leggere

Italiani in difficoltà in Sudamerica: facciamoli tornare e risolveremo anche la crisi nei trasporti

Ci sono decine di migliaia di cittadini italiani, nati in Argentina e Venezuela e in possesso di patenti C e D, che potrebbero tornare in patria (considerata anche la grave crisi economica che attanaglia questi due paesi dell’America del Sud) per mettersi al volante dei camion e dare una soluzione a un problema che sta preoccupando sempre più il Belpaese: quello della mancanza di autisti che rischia addirittura di frenare la ripartenza dell’economia. “Decine di migliaia di giovani autisti dai cognomi veneti, siculi, campani, piemontesi che permetterebbero alle aziende italiane il rimpiazzo delle decine di migliaia di autisti che in Italia si avvicinano alla pensione”, come ha confermato Alessandro Zehentner presidente del Comitato Italia Estero del Consolato generale d’Italia a Barcellona, Continua a leggere

“Siete autisti maltrattati? Voi pensate a segnalarcelo, a tutelarvi ci penseremo noi”

Negli ultimi giorni il tema della mancanza degli autisti denunciata dalle principali associazione di categoria fra cui la Fai – Conftrasporto ha scatenato reazioni sui social in cui si accusano le aziende e le associazioni che le rappresentano di predicare bene e razzolare male in quanto spesso gli autisti dipendenti sono trattati male o in spregio a norme consolidate in termini salariali. Si sa che quando una situazione si aggrava le reazioni spesso vanno sopra le righe e capiamo le risposte di persone magari toccate personalmente dal problema. Continua a leggere

Camionisti pagati e poi costretti a restituire una parte dello stipendio: perché nessuno ne parla?

Perché nessuno denuncia pratiche illegali che nell’autotrasporto sono diventate ormai quali la norma, soprattutto al sud, come per esempio quella dei tantissimi  autisti che sono costretti a restituire al loro datore di lavoro,parte della paga quando questa rispetta il contratto collettivo nazionale di lavoro? Perché non si denunciano e soprattutto non si agisce contro questi fenomeni preferendo parlare invece delle presunte ragioni per le quali in Italia nessun giovane vuol più fare il camionista (sparando per di più numeri a vanvera) e facendo finta di non sapere che la principale  vera ragione per cui gli autisti non ci sono è perché spesso i riconoscimenti economici sono troppo bassi?  È una  domanda che non può restare senza una risposta da parte dello Stato (a meno che lo Stato non voglia davvero apparire agli occhi di milioni di italiani come “complice” di datori di lavoro che si comportano da delinquenti) quella affidata a un comunicato stampa da Cinzia Franchini, alla guida di un’associazione,  Ruote Libere  che raggruppa  piccoli imprenditori del trasporto merci, Continua a leggere

Supercamion lunghi fino a 30 metri: così serviranno meno autisti per guidarli

Quello della mancanza di autisti che guidino i camion, consegnando le materie prime da lavorare nelle industrie e nei laboratori artigianali e le merci nei negozi, è un problema serissimo, che rischia di frenare sul nascere la ripresa economica del nostro Paese. Meno “serie” appaiono invece alcune possibili soluzioni che sembrano indicare, in qualche caso, solo  la “visione limitata” di chi le propone, chiedendo per esempio nuovi contributi al Governo di turno, Un “rimedio” di cui l’Italia ha da sempre abusato, utile soprattutto  a peggiorare i conti del Paese senza migliorare certo  la nostra cultura imprenditoriale, senza creare i presupposti per far crescere nuove generazioni di “creatori d’occupazione” capaci di “costruire a monte” le soluzioni, senza che i problemi irrisolti arrivino poi a valle . E, soprattutto , senza doversi ritrovare sempre a curare situazioni gravissime con pannicelli caldi. In altre parole, soluzioni pensate per “guidare” il futuro e non per subirlo. Un esempio arriva proprio dal mondo dell’autotrasporto dove  Continua a leggere

Liguria vergogna della mobilità. Federlogistica: “Ora basta parlare di emergenze e commissari”

Emergenza, commissari: parole che per raccontare il caos mobilità in Liguria non possono più bastare, che devono essere sostituite da una strategia chiara e programmata nel tempo, l’unica vera soluzione per affrontare una mobilità che in Liguria è letteralmente allo sfascio. Parola del il presidente di Federlogistica Liguria, Davide Falteri, stanco (come moltissimi altri italiani) di sentir parlare di “commissari, e interventi emergenziali” perchè, afferma “qui la crisi è strutturale e va affrontata con una strategia programmatica precisa a lungo raggio”, perchè “ tra il caos autostrade e la disconnessione tra i nodi infrastrutturali di una città strategica come Genova stiano rischiando di veder deviata la rotta dei traffici verso gli scali del Nord Europa. Continua a leggere

La mancanza di camionisti diventerà l’occasione per aiutare gli italiani in difficoltà in Venezuela?

 “L’allarme lanciato dalle associazioni di autotrasportatori sulla mancanza di autisti, con oltre 40mila addetti che potrebbero mancare nei prossimi anni, rilancia il tema della inadeguatezza del sistema nazionale sull’incrocio della domanda e offerta nel mondo del lavoro. Sono inadeguati i centri per l’impiego così come lo è il reddito di cittadinanza, manovra che, come era del resto facile prevedere, non solo ha completamente fallito il suo scopo iniziale, quello di incentivare la ricerca di lavoro, ma si è addirittura dimostrato uno strumento completamente disincentivante”. Ad affermarlo è stato il senatore di Fratelli d’Italia, Patrizio La Pietra che sulla mancanza di autisti nel futuro ha fatto un rapido calcolo: “ considerando un turnover medio Continua a leggere

Fenoglio: “Il mondo del trasporto prenda esempio dall’Italia di Mancini e tornerà a vincere”

Se vince il settore del trasporto e della logistica, vince l’Italia, e se vince l’Italia vincono gli italiani. Ma perché questo accada occorrerebbe probabilmente che l’intera categoria degli autotrasportatori imparasse a giocare da “nazionale” e non da semplice squadra di club e, magari che in panchina avesse un unico grande commissario tecnico. Come Roberto Mancini, come la nazionale di calcio azzurra che ha trionfato agli Europei, e che Franco Fenoglio, uno dei massimi esperti del mondo dell’autotrasporto, ha scelto utilizzare come “termine di paragone” nel suo ultimo articolo pubblicato sul sito “Trasportare oggi” per indicare la strada da seguire per far tornare “l’industria del trasporto merci su strada” nuovamente competitiva. Imitando la squadra azzurra, Continua a leggere

L’Italia costretta a “importare” nuovi immigrati per guidare i camion. “O le merci si fermeranno”

Prendete un sistema di distribuzione delle merci che non funziona, con i tempi di attesa allo scarico che “sono diventati insopportabili” e uno stato delle infrastrutture “oggettivamente complesso che a sua volta genera un aumento dei tempi di consegna delle merci”; aggiungete “l’aumento della domanda di trasporto che arriva dal mondo produttivo” con la ripartenza dell’economia dopo la crisi causata dalla pandemia e “l’esigenza di coniugare tempi di consegna sempre più stretti con il prioritario rispetto delle norme di sicurezza della circolazione”, mescolate il tutto ed ecco servita una “miscela esplosiva dell’autotrasporto” pronta a esplodere grazie anche a un potentissimo “acceleratore della combustione”: la mancanza di autisti ,con circa 17 mila conducenti di camion che non si trovano nonostante un numero spaventoso di disoccupati. A fotografare la situazione, disastrosa, dell’autotrasporto italiano è Thomas Baumgartner, presidente di Anita, Continua a leggere

Camion revisionati in due giorni: in Olanda succede, perché in Italia non può avvenire?

“Di tutte le cose, la semplicità è la più difficile da imitare”. Lo diceva Richard Steele, scrittore britannico che divenne anche politico,  la cui affermazione  appare perfetta per riassumere l’incapacità  dei suoi “colleghi” politici italiani per risolvere i problemi: magari  evitando di “inventarsi” soluzioni difficilissime per  raggiungere invece  il traguardo nel modo più semplice e rapido.  Imitando, appunto, chi ha saputo farlo. Un esempio? Il  problema delle revisioni dei mezzi pesanti, con le Motorizzazioni civili che da mesi accumulano pratiche su pratiche senza riuscire a smaltirle e con le imprese di autotrasporto che si ritrovano i mezzi fermi nei piazzali perché non possono circolare, con danni economici pesantissimi. Un problema che qualcun altro ha perfettamente risolto indicando a tutti la strada per la soluzione. Basterebbe solo seguirla, come conferma Johannes Martins Van Rijssel, autotrasportatore olandese “trapiantato” Continua a leggere

Carichi che volano dai camion: di notte su questa strada bisogna solo sperare nella fortuna?

Quando ha letto, su stradafacendo.tgcom24, l’articolo in cui un consigliere della sua federazione, la Fai di Bergamo, denunciava il pericolo provocato sulle strade dai tanti, troppi  camion che trasportano carichi fissati male, la memoria è corsa immediatamente a una fotografia che aveva scaricato da facebook a marzo scorso: l’immagine di un container letteralmente “volato” sulla pista ciclabile della Valbrembana dopo essere stato “perso per strada” da un camion che percorreva di notte la statale che in quel punto corre proprio pochi metri sopra la ciclabile, frequentatissima di giorno da appassionati delle due ruote, da intere famiglie in gita con i bambini. Continua a leggere

I camionisti fanno più sacrifici di altri: mettiamo le imprese nella condizione di pagarli di più

”È inutile girarci attorno, alla ricerca di chissà quali soluzioni: la strada per far riavvicinare i giovani alla professione di conducente di camion, fermando una vera e propria fuga da questo lavoro che rischia si lasciare l’Italia, fra non molti anni, senza chi trasporterà  quanto prodotto dalle industrie e dai laboratori artigianali, è una sola: mettere le imprese di trasporto nella condizione di pagarli di più. E questo per la semplice ragione che questi ragazzi sono chiamati a fare sacrifici che si misurano in orari di lavoro che spesso iniziano all’alba; di giorni (ma anche  notti )trascorsi lontano da casa; di pasti consumati in pochi minuti, magari per recuperare il tempo perso per colpa di colonne su strade e autostrade inadeguate. Senza dimenticare che un conto è “staccare dal lavoro”  in orari che possono ancora permettere di vedersi con gli amici, la fidanzata, di tornare a casa a giocare con i figli, e un altro è invece starsene fermi in un piazzale di sosta sotto l’acqua o la neve ad aspettare di caricare o scaricare… Continua a leggere

La previdenza per chi lavora in mare naviga fra mille problemi? Una guida aiuta a risolverli

In mare bisogna essere sempre previdenti. Per esempio, se si decide di fare una nuotata e magari si è alle prime armi, è bene stare attenti a non allontanarsi troppo dalla riva e stare vicino a qualche nuotatore esperto, che saprà metterci al riparo anche dalle insidie delle correnti e delle onde. Oppure, se si è pronti a mollare gli ormeggi per una gita in barca mai dimenticare di guardare le previsioni meteo e mai perdere la concentrazione durante ogni manovra. Ma la previdenza è importantissima anche quando il mare non è il “luogo” delle vacanze e del divertimento ma quello di lavoro:una previdenza, in questo caso “sociale”, fondamentale per assicurare, a chi è imbarcato così come a chi lavora a terra, nei porti, l’assistenza necessaria nel caso si dovesse trovare in condizioni di bisogno per un infortunio, per malattia, in seguito alla perdita dell’occupazione, per costruirsi una pensione senza spiacevoli sorprese. Continua a leggere

Auto elettrica, favola senza lieto fine. “Inquina di più e lascerà interi Paesi senza energia”

È’ possibile che quella dell’auto elettrica, da molti considerato il “mezzo” per ripulire il pianeta dalle emissioni inquinanti, sia in realtà solo una bella favola ma senza un lieto fine, una “strada” destinata non solo a non creare alcun beneficio all’ambiente  ma anzi ad aumentare le emissioni di anidride carbonica e a creare, per di più, problemi nella fornitura di elettricità lasciando interi Paesi? A mostrare il rovescio di una medaglia che in troppi hanno facilmente dipinto d’oro è nientemeno che Akio Toyoda, amministratore delegato di Toyota e presidente della associazione costruttori di automobili giapponese,  secondo il quale “ la transizione totale ai veicoli elettrici non fornirebbe alcun beneficio per l’ambiente, dal momento che la produzione di batterie per i mezzi elettrici aumenterebbe le emissioni di Co²” e lascerebbe interi Paesi senza elettricità”. Continua a leggere