Italiani in difficoltà in Sudamerica: facciamoli tornare e risolveremo anche la crisi nei trasporti

Ci sono decine di migliaia di cittadini italiani, nati in Argentina e Venezuela e in possesso di patenti C e D, che potrebbero tornare in patria (considerata anche la grave crisi economica che attanaglia questi due paesi dell’America del Sud) per mettersi al volante dei camion e dare una soluzione a un problema che sta preoccupando sempre più il Belpaese: quello della mancanza di autisti che rischia addirittura di frenare la ripartenza dell’economia. “Decine di migliaia di giovani autisti dai cognomi veneti, siculi, campani, piemontesi che permetterebbero alle aziende italiane il rimpiazzo delle decine di migliaia di autisti che in Italia si avvicinano alla pensione”, come ha confermato Alessandro Zehentner presidente del Comitato Italia Estero del Consolato generale d’Italia a Barcellona, “sottoscrivendo” la possibile soluzione indicata dal senatore di Fratelli d’Italia Patrizio La Pietra che darebbe risposta a due domande: quella di garantire che le merci nel nostro paese non rischino di restare nei piazzali e quella di non abbandonare nella povertà decine di migliaia di italiani nati e residenti in Paesi dove la crisi è profondissima, come testimonia il Venezuela dove lo stipendio medio è pari a due euro al mese. Il tutto però a patto che anche l’Italia possa “spianare” la strada a questa soluzione facilitando le pratiche come avviene proprio in Spagna dove, ha sottolineato Alessandro Zehentner, “ la conversione delle patenti C e D  è facile e veloce sia per i connazionali che provengono dall’Argentina sia per quanti arrivano dal Venezuela e con la stessa Motorizzazione civile spagnola che garantisce un tempo per la pratica di conversione pari a 45 giorni, rilasciando addirittura un permesso provvisorio mentre si sostiene una prova pratica che ovviamente non impensierisce nessun esperto di guida di automezzo pesante”. Così da permettere che “in un tempo veramente brevissimo, una volta sostenuto il Cap, ovvero l’equivalente al nostro Cqc italiano, i giovani autisti italiani nati in Argentina e Venezuela possono iniziare a lavorare”. Un percorso che la Spagna ha dimostrato, essere realizzabile, ma che appare molto più difficile in Italia dove, come si legge in una nota del presidente del Comitato Italia Estero del Consolato generale d’Italia a Barcellona “pur a fronte dell’emergenza nata dalla carenza di autisti, per chiunque arrivi, pur in possesso di un passaporto italiano, inizia un verso e proprio calvario: tempi biblici (clamoroso il caso di un giovane argentino residente a Gorizia in attesa di conversione patente da oltre un anno), carenza di informazioni affidabili o consigli a chi si presenta agli uffici della Motorizzazione e addirittura la mancanza di una convenzione internazionale che permetta la conversione delle patenti venezuelane” Una situazione di fronte alla quale, ha concluso Alessandro Zehentner “non possiamo continuare a restare inattivi e non possiamo non chiedere al legislatore di considerare velocemente questi gravi impedimenti al ritorno in patria di questi nostri connazionali. Perchè non possiamo non considerare il lato umanitario che permetterebbe a questi nostri fratelli di tornare a vivere una vita dignitos E non possiamo restare fermi mentre le nostre aziende italiane vedono gravemente ridotta la loro operatività a causa di una facilmente risolvibile inoperatività amministrativa e legislativa.  Basterebbe un minimo di volontà, umanità e attenzione a quanto già fatto all’estero”. 

2 risposte a “Italiani in difficoltà in Sudamerica: facciamoli tornare e risolveremo anche la crisi nei trasporti

  1. Non mancano solo migliaia di camionisti: mancano anche moltissime altre figure professionali (penso, per esempio agli infermieri ma anche ai medici….): per risolvere anche questi problemi facciamo rientrare anche migliaia di uomini e donne disposti a lavorare negli ospedali? O magari cancelliamo il REDDITO DI CITTADINANZA e insegnano agli italiani la CULTURA DEL LAVORO E DEL SACRIFICIO?

  2. Buenísimo, lastima que mis hijos, uno en Panamá y otro en Ecuador no han podido todavía tramitar la ciudadanía, sino los mandaba para allá, uno es ING mecánico y el otro civil, pero, seguro trabajaría de Camioneros.

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