Indietro tutta: il servizio ferroviario fra Lecco e Milano “arretra” di 20 anni. E minaccia la salute

Da settembre uno dei treni più frequentati del lecchese, il Colico-Milano, con orario di partenza da Colico alle 6.09 e da Lecco alle 7.19 e con arrivo alla Stazione centrale del capoluogo di regione alle 8.07, verrà dirottato a Milano Rogoredo. Una decisione, pubblicata nell’orario estivo di Trenord, che ha immediatamente scatenato la reazione del Comitato Pendolari Lecco-Milano che per voce del presidente, Giorgio Dahò, ha denunciato come “moltissimi pendolari del lecchese non disporranno così più di un treno che consenta di raggiungere il capoluogo in orario congruente con quello del luogo di lavoro” e come “il cambio del capolinea a Milano costituisca di fatto un arretramento di circa 20 anni nei servizi tra Lecco e Milano, che diverranno più lenti e meno efficaci”. E tutto questo, come si legge in un comunicato stampa diffuso dai responsabili del comitato, “in un momento in cui il Paese si appresta alla ripartenza e si vuole avviare verso la transizione ecologica e la decarbonizzazione”, e  con il rischio  “dato che occorrerà ancora molto tempo perché il Covid venga definitivamente debellato, che la modifica dell’orario ferroviario finisca per aumentare l’affollamento sugli altri treni aumentando, di conseguenza, le probabilità di contagio, in aperto contrasto con le direttive governative che prevedono il rinforzo del servizio di Trasporto pubblico locale  sino al termine dell’emergenza sanitaria”. Una situazione che ha spinto il comitato a  “chiedere non solo a Regione Lombardia di rivedere l’accordo-quadro con RFI, ma anche ai consiglieri regionali, al presidente della Provincia di Lecco e ai sindaci rappresentanti del territorio di compiere tutte le azioni possibili per assicurare il mantenimento dei treni diretti tra Lecco e Milano Centrale”.

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