L’esame per guidare i camion? “Io segretario nazionale laureato non riuscirei a superarlo”

“Io sono laureato ma se oggi dovessi sostenere l’esame per ottenere la Cqc, la Carta di qualificazione del conducente, confesso  che  con ogni probabilità verrei bocciato. E poi che senso ha che una persona che per guidare un mezzo per trasportare merci deve già sostenere l’esame per la patente C o E debba poi sostenere un altro esame: la Cqc va abolita”. Ad affermarlo, dal palco dell’aula congressi della sede romana di Confcommercio che ha ospitato il Convegno di Conftrasporto-Confcommercio intitolato “Le sfide per la crescita: il futuro dei trasporti e della logistica tra la svolta sostenibile e nuove tasse all’orizzonte è stato il segretario nazionale di Conftrasporto, Pasquale Russo, che per contrastare la carenza di nuovi giovani conducenti di mezzi pesanti si è anche detto favorevole a un “avvicinamento” alla professione di camionista dei giovani fin da subito dopo il conseguimento del diploma, a 19 anni, abbassando dunque la soglia dei 21 anni fissata come età minima in Italia per poter ottenere una patente di guida professionale. Un “abbassamento” dell’età per accedere alla professioni richiesta del resto solo poche ore prima dai responsabili dell’Iru, l’Unione internazionale del trasporto stradale, e dell’Epto, l’Organizzazione dei tour operator europei, che in una lettera indirizzata alla presidenza svedese del Consiglio dell’Unione europea hanno chiesto una misura per abbassare l’età minima dei conducenti professionisti a 18 anni. Annullando così, di fatto, la direttiva del 2006 emanata sempre dall’Unione europea che, stabilendo norme comuni sulle qualifiche e sulle condizioni per il rilascio delle patenti di guida aveva definito come “soglia minima” per ottenere un documento di guida proprio l’età di 21 anni compiuti, soglia che altri Paesi europei hanno peraltro deciso di innalzare con provvedimenti nazionali. Una norma sempre più frequentemente messa in discussione negli ultimi tempi proprio a causa della sempre più preoccupante carenza di conducenti in Europa, e che non solo sta portando a un aumento dei costi di trasporto ma c he in più d’una occasione ha rischiato di portare all’interruzione dei servizi di mobilità., ma che non vede tutti d’accordo, soprattutto in considerazione del fatto che se appare già preoccupante affidare a un diciottenne il volante di un’utilitaria, la preoccupazione accelera esponenzialmente di fronte alla possibilità di metterlo nella cabina di guida di un gigante della strada, nonostante la richiesta di abbassare l’età minima dei conducenti professionisti a 18 anni per consentire “ ai giovani interessati a diventare autisti professionisti di entrare nel settore in età più precoce” sia sempre stata accompagnata dalla domanda di “garantire comunque il rispetto di determinati standard di sicurezza”, oltre che di assicurare “ un sostegno finanziario dei governi per contribuire a coprire i costi associati all’ottenimento delle patenti professionali e del necessario certificato aggiuntivo della Cqc”. Contributi che il Governo, rappresentato al convegno di Confcommercio Conftrasporto dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini e dal suo Vice Edorardo Rixi, potrebbe però tagliare accogliendo proprio la richiesta avanzata da Pasquale Russo : “abolire la Cqc o, in alternativa, di “ ottenere la Carta di qualificazione del conducente” semplicemente a seguito della frequenza del relativo corso, così come avviene già in altri Paesi europei, senza quindi dover sostenere un ulteriore esame finale che si aggiunge a quelli già previsti per il conseguimento delle patenti professionali. “Esame talmente difficile da spingere perfino il segretario nazionale di Conftrasporto, con tanto di laurea in giurisprudenza in tasca, ad temere di non riuscire a superarlo pur impegnandosi a fondo nello studio. Avrebbe tranquillamente guidare un importante studio legale, ma forse non un tir…

5 risposte a “L’esame per guidare i camion? “Io segretario nazionale laureato non riuscirei a superarlo”

  1. Dopo quindici anni si accorgono che un corso teorico in un lavoro pratico e’ inutile. Specie il suo rinnovo. Sarebbe meglio un corso pratico, tipo di guida sicura o sistemi di carico in sicurezza, ma ci vorrebbe un governo serio con associazioni di categoria serie. Ma non e’ casuale il tempismo: segue quello del presidente di Anita. Che a sua volta avviene non per buon senso ma perche’ col decreto flussi i vari autisti provenienti dal sud est asiatico non riescono ne coi tempi (avendo permessi limitati) ne fisicamente (limiti di lingua e di alfabeto) a conseguire. Per l’ennesima volta le associazioni di categoria non cercano di formare nuovi giovani, migliorare le condizioni di lavoro per gli attuali e soprattutto avere un piano per il futuro. No, cercano la soluzione piu’ semplice e soprattutto piu’ economica, che non risolvera’ il problema a ma al solito lo posticipera’ fino a quando avranno i mezzi fermi. O potete sempre sperare nei camion a guida autonoma.

    • Fantastico…e allora come stanno? Sito Trasporto europa: la quota di lavoratori col decreto flussi permette l’assunzione anche di autisti. Dette quote sono da dividersi tra settore edilizia, sanitario e turismo. Per legge quei permessi valgono un anno, se uno ci mette sei mesi solo a fare patente e cqc, non ne vale la pena. Ecco perche’ vogliono togliere la cqc. Gia’ trovo assurdo che uno che non stia nel settore trasporti dirigenti un’associazione di categoria, ma e’imbarazzante che non riesca molto probabilmente a conseguirne neanche la patente per lavorarci nel settore. Ma come vedo e leggo, ha degni sostenitori che parlano per partito preso non comprendendo che la critica fa parte di un percorso di crescita. E non accettando critiche questo settore sta andando a sbattere. Complimenti, avanti così. Tra vent’anni, a mezzi fermi, starete a coraggio qua a dare la colpa al reddito di cittadinanza.

  2. La Cqc la vedo una barriera reale per chi si vuole approcciare a questo mondo. Poi sicuramente ci saranno altri problemi che vengono dopo da non sottovalutare. Anche per me l’esame Cqc andrebbe abolito, pur rimanendo solo il corso, in quanto già sono argomenti che si studiano profumatamente nelle patenti superiori. Il trasporto è un settore serio, ma ci vuole tanta pratica, perchè non si ha a che fare con bici o monopattini, ma ben si con mezzi pesanti. La formazione o gli aggiornamenti non devono mancare, ma non ne devono fare di questo settore un business, perchè la Cqc è solo un business, senza sapere che cosi facendo non si risolve nulla. Devono dare spazio ai giovani, e far provare cosa significa veramente una giornata da autista sia di merci che persone.

  3. Salve sono Cipriano Pietro Mattia, non vorrei fare arrabbiare nessuno, io sto studiando per prendere la c, poi ovviamente per lavoro dovrò prendere la cqc ma sono sincero io sto studiando da solo senza scuola guida con il libro della c riesco a capirci qualcosa pure i quiz riesco a farli con una media di 4/3 errori, ma la cqc non ci capisco una mazza certe cose si, ma i quiz sono veramente difficili per me, fin quando sento le spiegazione delle regole della carta di qualifica cqc ci siamo ma con i quiz me la vedo brutta. Io vorrei tantissimo fare questo lavoro ma se vedo ché non ci riesco vuole dire ché dovrò mollare il colpo io ci sto mettendo tutto l’impegno possibile. Da parte mia mi piacerebbe ché toglierebbero i quiz con solo tanta teoria ed un sacco di pratica. Scusatemi tanto per la mia opinione ché non possa fare piacere spero di non aver offeso nessuno.

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