Perché fare nuove norme sbagliate quando sarebbe stato più semplice ed efficace far applicare quelle già esistenti? A porsi la domanda, nel corso di un’audizione in commissione Lavori pubblici al Senato nell’ambito dell’esame del Pacchetto mobilità, atti comunitari relativi al trasporto su strada, è stata Elisa Gigliarelli, rappresentante della Filt-Cgil che a proposito della nuova “strada” imboccata dall’Europa ha affermato di vedere “forti criticità nelle riforme in discussione per quanto riguarda il cabotaggio” che avrebbero potuto essere risolte facilmente: “non con modifiche tout court delle regole, ma con norme applicative più severe per le regole già esistenti. Si toglie l’obbligo dei tre viaggi su sette giorni e si prevede un numero illimitato di viaggi su cinque giorni giorni”, ha proseguito la rappresentante della Cgil, “e il nostro timore è che questa modifica porti a un’ulteriore liberalizzazione del settore dei trasporti. Con il rischio che, specialmente dai Paesi dell’Est, si utilizzi il cabotaggio per favorire la presenza continua di imprese e lavoratori stranieri, i quali evidentemente hanno delle condizioni diverse dai nostri, sul territorio italiano, portando a una liberalizzazione legalizzata ma non controllata del settore. Per questo chiediamo al Governo di limitare il cabotaggio, confrontandosi con le parti sociali, poiché Cgil, Cisl e Uil, insieme all’Etf (sindacato europeo dei trasporti) stanno studiando delle norme che permettano la libera circolazione e il libero mercato, ma all’interno di una tutela delle imprese virtuose e dei lavoratori italiani”.