Uil trasporti: “Fermiamo l’assalto degli autisti dell’Est che fanno chiudere le imprese italiane”

I sindacati da anni impegnati nel combattere il dumping chiedono al Governo di fare lo stesso intervenendo immediatamente prima che il settore nazionale dei trasporti corra altri gravissimi rischi causati da nuove norme europee. A chiederlo è Walter Barbieri, responsabile del dipartimento trasporto merci e cooperazione della Uil Trasporti, che in un’audizione davanti alla commissione Lavori pubblici al Senato, nell’ambito dell’esame del Pacchetto mobilità e degli atti comunitari relativi al trasporto su strada ha denunciato come “le piccole e medie aziende di trasporto italiane si trovino spesso costrette a chiudere per la grossa influenza che stanno avendo in questi anni gli autisti dell’Est. Con le modifiche proposte sul cabotaggio”, ha affermato il rappresentante della Uil, “un autista dell’Est potrebbe entrare nel nostro Paese il lunedì mattina, scaricare in Italia, e poi, per cinque giorni, fare viaggi illimitati all’interno del nostro Paese o in quelli limitrofi. Potrebbe poi succedere che questo autista, al termine dei cinque giorni, vada in Svizzera, carichi una balla di fieno, arrivi in Italia, scarichi di nuovo e ricominci a fare, per altri cinque giorni, questo tipo di servizio: questo vuol dire che potrebbero agire in questo modo per venti giorni al mese. Il Governo deve intervenir: il settore nazionale dei trasporti è a rischio”.

2 risposte a “Uil trasporti: “Fermiamo l’assalto degli autisti dell’Est che fanno chiudere le imprese italiane”

  1. Il settore non e’ a rischio, lo era dieci anni fa, ma naturalmente voi arrivate sempre tardi. Il settore e’ il lento e mortale declino, questa ennesima manovra lo amazzera’ definitivamente e rapidamente. In fondo siamo un Paese ricco, possiamo permettere allo Stato una grossa perdita di introiti tra immatricolazioni, bolli, assicurazioni e manutenzione, una grossa perdita in disoccupazione e soprattutto un disastro sociale senza precedenti. In pratica paghiamo migliaia di persone per stare a casa, e poi paghiamo altre persone per fare lo stesso lavoro ma sottocoato. Fenomeni, se io non posso in quanto disoccupato comprare quello che trasporto, si produrra’ e trasportera’ meno aumentando la crisi. Avanti coì e torniamo agli anni Settanta…

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