Scandalo Sistri, su Repubblica i retroscena di un affare da 500 milioni di euro

“Doveva diventare l’arma definitiva per sconfiggere le eco-mafie, ma dietro al sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti si nasconde una voragine di sperperi pubblici a vantaggio della holding di Stato, incaricata, attraverso la controllata Selex, di progettare e mettere a regime il sistema. Tutto sancito da un contratto siglato in gran segreto con il ministero dell’Ambiente”. Comincia così l’articolo inchiesta pubblicato dal quotidiano La Repubblica che svela tutti i retroscena dello scandalo Sistri,  scoperchiando “un business da quasi 500 milioni di euro ai danni di 400mila aziende italiane”.  Continua a leggere

“Anche il pm antimafia dice che il Sistri non serve per combattere l’ecomafia…”

Negli ultimi mesi gli autotrasportatori italiani sono stati oggetto di accuse e pesanti insinuazioni per aver osato evidenziare le gravi lacune del sistema Sistri, nato per garantire la tracciabilità nel trasporto rifiuti. “L’autotrasporto favorisce le ecomafie”, è stato detto. Dal resoconto dell’audizione  davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti dal sostituto procuratore della Repubblica presso la direzione distrettuale antimafia di Napoli, Catello Maresca (ne consigliamo l’ascolto, basta navigare su http://www.focusambiente.it/settore.php?id=1856&idcat=7&idscat=18&page=1) emergono però osservazioni critiche perfettamente in linea con quanto da tempo sostenuto da Conftrasporto. “Il sistema è costoso  e cade in capo alle imprese che a oggi non hanno ricevuto alcun servizio”; “monitorare la motrice senza il rimorchio, che può essere staccato, non garantisce l’efficacia”;  “il progetto non affronta il problema dei trasporti fatti da soggetti non iscritti al Sistri, gli stranieri, che vengono a trasportare o smaltire rifiuti in Italia”… Continua a leggere

Presidente Berlusconi, sul caso Sistri intervenga lei e corregga questo disastro

“Gentile signor Presidente del Consiglio, la manovra approvata dal Consiglio dei ministri ha evitato ulteriori gravissimi disagi e nuove spese a oltre 360mila imprese per l’installazione del sistema di tracciabilità dei rifiuti Sistri, progetto assolutamente interessante e condivisibile nelle intenzioni ma risultato purtroppo  inefficace per come è stato realizzato. Si può fare di meglio e di piu’ per raggiungere i medesimi obiettivi. Conftrasporto condivide questa decisione di bloccare un progetto che a oggi ha solo creato pesantissimi disagi a centinaia di migliaia di lavoratori costringendoli a pagare per un servizio mai offerto  e ringrazia chi, all’interno del Governo, si è fatto portatore di tale decisione. Questo non significa abbandonare la strada del controllo del trasporto dei rifiuti, unico strumento possibile per combattere l’infiltrazione della criminalità organizzata in questo settore ad altissimo rischio. Significa solo ripartire, tutti insieme, per “ridisegnare” e far finalmente funzionare il progetto Sistri, tenendo conto delle esperienze degli operatori interessati”.Inizia così la lettera aperta scritta al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dai rappresentati di Fai Conftrasporto e che verrà pubblicata sul quotidiano Libero venerdì 2 settembre.

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Uggè: “Così la guerra all’ecomafia rischia di essere persa in partenza”

Combattere i trafficanti di rifiuti speciali e pericolosi. Con questo obiettivo il ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha dato vita al Sistri, il sistema  che dovrebbe consentire di controllare tutti i rifiuti speciali che si muovono sul territorio italiano attraverso un sistema di immissione, da parte delle aziende di autotrasporto, dei dati dei rifiuti su una chiavetta Usb in modo che, quando i camion caricheranno i rifiuti, potranno essere seguiti elettronicamente. In altre parole una “scatola nera” da installare su ogni camion dedicato al trasporto rifiuti, i cui dati potranno essere letti dai carabinieri del Noe, il nucleo ecologico dell’Arma.

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