Grandi manovre per l’autotrasporto, ci sono aiuti che arrivano e altri che spariscono

C’è chi, dopo aver letto il testo relativo alle “misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina” contenente il taglio delle accise sui carburanti e altre misure per il settore dell’autotrasporto previste dal protocollo d’intesa siglato il 17 marzo fra i rappresentanti delle associazioni di categoria e la viceministro delle Infrastrutture e Mobilità sostenibile Teresa Bellanova, si è detto “allibito” nel leggere le righe in cui si afferma che “durante il periodo di riduzione delle aliquote non sarà riconosciuto il credito d’imposta per il rimborso delle accise di 214,18 €/1.000 litri essendo stato assorbito dal taglio generale delle accise”. E chi, invece,  si è limitato a invitare l’Italia a copiare  semplicemente “quanto fatto nella vicina Francia, dove il governo ha sempre riconosciuto il valore dell’autotrasporto, con leggi chiare e tutelative e controlli seri e mirati” e dove “le associazioni di categoria fanno gli interessi degli associati, in maniera seria e tempestiva”. E poi c’è chi  ha invitato “tout court” a fare una class action; chi si è domandato dove siano spariti circa 7 centesimi di euro per ogni litro di carburante che alcuni esponenti di associazioni di categoria avevano dato per “scontati” nel corso delle assemblee indette sabato 19 marzo, e che invece sembrerebbero non esserci più. E, ancora, chi ha denunciato come gli aiuti promessi dallo Stato valgano solo per un mese e non per un periodo più lungo – magari fino a fine anno? – o come  “andranno anche a chi non aveva diritto alle accise, come le aziende illegittime o proprietarie di veicoli vecchissimi e inquinanti”; chi ha sottolineato come le imprese godranno “delle sconto in fattura ma non del credito d’imposta, che è una cosa ben diversa, con quest’ultimo non soggetto a tassazione mentre lo sconto in fattura determinerà un utile maggiore soggetto a tassazione”; chi ha invitato il ministro “che ha denunciato su tv e giornali che questi aumenti sono una truffa ad andare a cercare chi ha fatto questa truffa”. Tutte affermazioni, provenienti dal mondo dell’autotrasporto, che fanno capire con chiarezza una cosa: ovvero che la manovra decisa dal Governo dopo le trattative con i rappresentanti delle più importanti associazioni di categoria per trovare una soluzione al caro carburanti (e più in generale alle spese di gestione di un’impresa di autotrasporto diventate insostenibili) e alla mancanza di regole e controlli, non è quanto moltissimi operatori del settore si sarebbero attesi. Spingendo perfino più d’un imprenditore a contattare la propria associazione per “disassociarsi”, deluso da quanto “ottenuto” dai propri rappresentanti. Colpa anche di una “comunicazione”  fra “vertici” e “base” che non sempre sembra aver funzionato alla perfezione come ha sottolineato chi ha  invitato proprio le associazioni di categoria a “fare un riassunto” di tutto quanto avvenuto. Possibilmente scritto in modo chiaro, con numeri precisi che non prestino il fianco a possibili interpretazioni diverse.