Autotrasportatori pronti a fermarsi. Ma non se c’è da andare in soccorso dei profughi ucraini

Il mondo dell’autotrasporto italiano è arrivato a un passo  dal fermo nazionale per protestare contro il caro carburanti e tutta un’altra serie di problemi che hanno messo in ginocchio il settore, ma non ha mai neppure solo pensato di non accendere i motori per andare in soccorso dei profughi ucraini. L’ennesima conferma arriva da  Pozzo d’Adda, al confine Fra Bergamo e Milano, dove un Tir dell’azienda un’azienda  Gi.Ma.Trans è partito con con un carico di tre tonnellate di viveri e beni di prima necessità raccolti grazie al lavoro dei responsabili della parrocchia ortodossa di Cassano d’Adda e, delle associazioni di volontari, della protezione civile e delle aziende che si sono rese disponibili a donare. Un carico di aiuti, reso possibile in particolare grazie all”impegno degli amministratori di Rivolta d’Adda e di padre Trian Stetco e consegnato  a Câmpulung Moldovenesc, in Romania ,che rappresenta un nuovo capitolo della storia di solidarietà alle popolazioni ucraine che vede il mondo dell’autotrasporto ancora una volta in prima fila, come del resto accaduto, in un recentissimo passato, per contrastare la pandemia da Covid-19.