I trasportatori aspettano il Governo alla resa dei conti. Che purtroppo troppo spesso non tornano

Ci sono decisioni che non si vorrebbe mai prendere ma che si è costretti ad adottare. È accaduto di doverlo fare a Unatras, associazione che raggruppa oltre alle federazioni aderenti a Conftrasporto anche le rappresentanze dell’artigianato che compongono Rete Imprese Italia,  obbligata ancora una volta, purtroppo, ad assumere iniziative di denuncia nei confronti di chi non perde occasione per sconfessare dati sui quali ogni anno si costruisce un’intesa con il settore. I dati sono quelli delle risorse per le spese non documentabili  per le imprese artigiane. Un fatto appariva incontestabile: i destinatari della misura sono diminuiti. Bastava guardare i numeri forniti dal  Comitato centrale dell’Albo dell’autotrasporto per comprendere come le imprese  monoveicolari si fossero ridotte. Questo avrebbe dovuto lasciare intendere che le risorse destinate a coprire l’intervento  si fossero di conseguenza  notevolmente ridotte. Così però non è stato per i responsabili del dicastero dell’Economia che hanno contestato l’entità dei fondi messi a disposizione in quanto, hanno sostenuto, le somme impegnate sarebbero invece incrementate. L’assurdo è che la contestazione è avvenuta, come ogni anno, alla vigilia della denuncia dei redditi, mettendo in gravi difficoltà i destinatari. La questione è stata risolta in “zona Cesarini” solo grazie all’intervento decisivo del capo di gabinetto del ministero dei Trasporti che ha trovato la soluzione idonea, evitando un’inevitabile protesta. Ma c’è un altro problema che potrebbe costringere Unatras a scendere sul piede di guerra: le proposte sulla liberalizzazione dell’attività di cabotaggio, che consentirebbe alle imprese facenti parte dell’Unione europea di poter effettuare i servizi di autotrasporto liberamente per cinque giorni.  Su questo aspetto esiste la contrarietà del ministro dei Trasporti Graziano Delrio e l’Unatras è con lui. Su entrambe le vicende la presa di posizione dell’Unatras è stata immediata, anche perché non è più accettabile che le federazioni di settore sottoscrivano un protocollo con chi rappresenta il Governo e che l’Esecutivo sia poi smentito da burocrati appartenenti ad altri ministeri. È così che alcune misure decise a livello politico (la circolare Inps sulla decontribuzione per i conducenti che effettuano prestazioni all’estero per più di cento giorni è un ulteriore esempio) non diventano operative. La palla passa al ministro Delrio che otterrà di certo il sostegno delle organizzazioni per dare al settore un referente politico. Chi sottoscrive un’intesa impegna il Governo nella sua interezza. Senza questo chiarimento di fondo il rischio è la ripresa dell’azione sindacale. 

Paolo Uggé, presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio