Tav, il referendum è solo una scusa per prendere tempo. Ma il rischio è che il tempo sia finito…

Qual è la differenza tra l’essere e l’apparire? Parrebbe che oggi questo interrogativo, che ci riporta a Luigi Pirandello, stia tornando fortemente di moda, coinvolgendo anche la Tav. Che c’entra la ferrovia ad alta velocità, qualcuno si domanderà: c’entra eccome, vista la proposta che qualcuno, volendo apparire tra i “Si Tav, ha lanciato per indire un referendum. Delle due l’una: o non si conoscono le regole costituzionali, oppure si prova prendere tempo con la furbata della consultazione referendaria che necessita di vari passaggi. Che tra coloro che chiedono il referendum vi siano dei presidenti di alcune regioni del nord ha dell’incredibile. E non è solo una questione di altro tempo perso:l’incredibile è non aver ancora compreso come l’infrastruttura non sia un’opera a carattere regionale, ma coinvolga tutto il Paese, la sua economia e la competitività. Solo ignoranza oppure opportunismo? Continua a leggere



Mobilità alpina, le risposte
non possono viaggiare in ritardo

Due fatti rilevanti, entrambi collegati alla questione della permeabilità dell’arco alpino, hanno avuto l’onore delle cronache nelle scorse settimane: la ripresa di una forte contestazione da parte dei NoTav e l’approvazione della Convenzione delle Alpi, dalla quale le competenti commissioni parlamentari della Camera dei Deputati hanno stralciato il protocollo trasporti che, se ratificato, metterebbe una pietra tombale sulla possibilità del Governo italiano di poter decidere la realizzazione di opere infrastrutturali sia all’interno sia di adduzione  all’arco alpino. Continua a leggere