Il bus è un mezzo superato, in particolar modo sulle lunghe distanze? Verrebbe da rispondere che è esattamente il contrario, almeno a giudicare dai risultati raggiunti da Flixbus, piattaforma per servizi di trasporto low-cost in tutta Europa che collabora con compagnie di autobus regionali provenienti da tutta Europa e che ha festeggiato il suo secondo compleanno in Italia, tagliando il traguardo dei 5 milioni di passeggeri trasportati, con una rete di collegamenti in 170 città lungo tutto lo Stivale. A riferirlo sono i responsabili della start up tedesca che sottolineano come “nonostante l’incertezza del quadro normativo, l’azienda abbia messo in atto sforzi straordinari per rispettare i piani di sviluppo della società per il 2017, che sono stati mantenuti a vantaggio di un’offerta capillare capace, in poco tempo, di contribuire a colmare gap infrastrutturali importanti, soprattutto al sud, oltre che alla crescita economica del Paese, grazie a un sistema che ha saputo mettere in rete 50 piccole e medie imprese italiane generando, complessivamente, oltre un migliaio di posti di lavoro”. ”Ciò che ci rende più orgogliosi è stata la nostra capacità di innescare un cambio culturale in modo così rapido, partendo quasi da zero”, ha affermato Andrea Incondi, managing director di FlixBus Italia. “In soli due anni il contesto è cambiato completamente, e quello che sembrava un mezzo ormai superato è diventato un’opportunità per milioni di italiani”. Una festa di compleanno, quella di Flixbus, rovinata però dalle voci di una possibile chiusura dell’attività perchè gestita con caratteristiche operative ( la compagnia di trasporto low cost è proprietaria solo della piattaforma web e non degli autobus che trasportano i passeggeri operando con un modello di business basato sull’associazione temporanea d’impresa) che ne farebbero una possibile “concorrente sleale”. Un’ipotesi smentita dallo stesso ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Graziano Delrio, e “condannata” dai responsabili di Flixbus secondo i quali “ in un momento di grandi cambiamenti non si può perdere questa occasioneper assecondare le resistenze corporative che bloccano l’Italia e che limitano lo sviluppo del settore dei trasporti’.