L’Italia traina l’Europa. Le immatricolazioni in serie stanno infatti spingendo il mercato dell’auto. Ma dietro ai numeri potrebbe nascondersi una realtà ben diversa. Lo spiega Federauto, l’associazione dei concessionari, che ancora una volta pone l’attenzione sul fenomeno dei “chilometri zero”. “Non sembra essere oro tutto quello che luccica”, spiega il presidente Filippo Pavan Bernacchi. “Le vendite auto europee sono trainate dal mercato italiano, che a giugno fa 6 volte meglio della media europea e nel semestre viaggia a velocità doppia rispetto alla performance del Vecchio Continente. Ma i facili entusiasmi sono frenati dalle nostre analisi”, dice il presidente di Federauto.
“Secondo l’Osservatorio Federauto, che dispone dei dati puntuali di una vasta campionatura dei concessionari dei brand dislocati su tutto il territorio nazionale, sul dato di giugno influisce una forte iniezione di kilometrizero, valutata attorno al 14 per cento del totale dei pezzi immatricolati”, spiega Filippo Pavan Bernacchi “Nello scorso mese si è rilevata infatti fortissima la spinta delle case automobilistiche, e di riflesso dei concessionari, per raggiungere i target del semestre e non perdere così premi e quote di mercato. L’effetto è stato una crescita delle società – canale dove sono inserite le kilometrizero – del 33 per cento rispetto a giugno 2016. Ma c’è un altro dato che allarma: le kilometrizero rispetto al 2016 sono cresciute di circa il 30 per cento. E anche sulla crescita esponenziale del noleggio potrebbero celarsi delle forzature”. I dati ufficiali dell’Acea relativi al mercato europeo (Ue+Efta) parlano di un incremento delle immatricolazioni a giugno del 2,1 per cento: tra i big è l’Italia (+12,9 per cento) il Paese con la crescita maggiore, seguita da Spagna (+6,5 per cento) e Francia (+1,6 per cento). Frenano Regno Unito (-4,8 per cento) e Germania (-3,5 per cento).