Ilva, il Governo fa un nuovo dietrofront sugli accordi presi con gli autotrasportatori?

“L’autotrasporto non sarebbe oggi più in grado di sopportare un cambiamento di linea rispetto a quanto concordato e validato dal ministero dell’Economia che ha riconosciuto la prededucibilità dei crediti vantati dai trasportatori che operano nelle basi Ilva nei confronti della stessa azienda. Il Governo confermi gli impegni presi”. A denunciare un ennesimo possibile dietrofront del Governo nei confronti di chi lavora e chiede solamente di essere pagato per questo senza rischiare, in caso contrario, di subire oltre al danno una terribile beffa che potrebbe significare la morte di un’impresa e intere famiglie senza un reddito, è il presidente di Conftrasporto e vice presidente di Confcommercio, Paolo Uggè. Intervenendo sulla questione Ilva e sugli accordi con il mondo dell’autotrasporto sulla possibilità di considerare prededucibili i crediti di chi trasportava i prodotti siderurgici dell’azienda ( i responsabili del ministero dello Sviluppo economico avevano addirittura pubblicando un comunicato sul proprio sito in cui si leggeva che che  “a chiarimento dei dubbi interpretativi  a proposito del maxi-emendamento al decreto legge sull’Ilva approvato dal Senato, il ministero dello Sviluppo economico precisa che nella categoria dei crediti prededucibili rientrano quelli di imprese che hanno contribuito all’attività di gestione e manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti produttivi, ivi comprese le imprese di autotrasporto che consentono la manutenzione di materie prime, merci e prodotti finiti e la funzionalità degli impianti produttivi) Paolo Uggè ha anche annunciato che venerdì 8 luglio i trasportatori che operano nelle basi Ilva si troveranno alla Fai per assumere ogni decisione utile a tutelare i loro diritti. “Senza risposte concrete sarà difficile evitare azioni di natura sindacale che gli interessati decideranno autonomamente di attuare. I problemi da affrontare toccano la gestione commissariale per la parte dei tempi di pagamento che vanno riportati ai termini dell’accordo e soprattutto la garanzia, attraverso un emendamento che confermi ciò che è stato concordato tra autotrasporto e Governo”.