La svolta green è già in panne? Eurofiguraccia sul via libera alle sole auto elettriche dal 2035

Lo stop dal 2035 alla vendita di auto nuove diesel e benzina rischia di saltare? Difficile dirlo, ma di certo la sua entrata in vigore per quella data è fortemente a rischio: colpa dei troppi no che hanno letteralmente travolto la decisione, peraltro già approvata dal Parlamento europeo in via definitiva il 14 febbraio scorso, e che hanno fatto rinviare il voto al Coreper, la riunione degli ambasciatori Ue sul Regolamento che prevede lo stop, “ a data da destinarsi”. Ad annunciarlo, aggiungendo che il Coreper “tornerà sulla questione a tempo debito” è stato un portavoce della presidenza svedese dell’Unione. A far saltare il “semaforo verde” per uno dei provvedimenti simbolici e importanti della legislatura, facendo balenare lo spettro di una bocciatura che sarebbe quantomento imbarazante per la credibilità politica dell’Europa unita, considerato che il via libera all’iter era già previsto nell’agenda dei lavori europei per martedì 7 marzo, sono state le perplessità espresse in particolare da Germania, Italia e Polonia. Ora invece nell’agenda della presidenza svedese dell’Ue sarebbero previste nuove verifiche, in particolare sul ruolo che possono avere i biocarburanti per azzerare le emissioni inquinanti. Una situazione dalla quale appare estremamente difficile uscire senza rimetterci la faccia che si era preannunciata all’orizzone martedì sera quanto proprio il Governo italiano ha fatto sapere che avrebbe votato contro il regolamento, fgacendo mancare (con l’astensione di Germania e Bulgaria e la contrarietà di Polonia e Italia, la maggioranza qualificatadel 55 per cento dei Paesi che rappresentano il 65 per cento della popolazione, i “numeri” per far passare il provvedimento. “L’Italia oggi ha un Governo pragmatico che guarda innanzitutto agli interessi nazionali e alla sostenibilità del sistema sociale che è conseguenza della sostenibilità del sistema produttivo. E vorremmo che altrettanta consapevolezza e ragionevolezza ci siano nelle Istituzioni europee”, ha commen tato Adolfo d’Urso, ministro per le Imprese e il Made in Italy, a Bruxelles per il Consiglio Competitività, dando di fatto appuntamento al 2026 quando “ ci saranno un nuovo Parlamento europeo e una nuova Commissione più capace di interpretare a fondo quali siano gli interessi e gli ideali della nostra casa comune europea. Non mettiamo in dubbio le date del 2035 o del 2050: noi chiediamo che ci sia una riflessione sulla base di dati concreti che sono sotto gli occhi di tutti e che hanno portato le associazioni di imprese europee e i lavoratori europei a chiedere un cambio di passo alla Commissione”, ha concluso il ministro. “Il nostro obttivo è tutelare l’impresa e il lavoro italiano ed europeo e credo che sia questo uno dei punti fondamentali di un’Europa che voglia essere solidale e competitiva a livello globale”. Traguardi da raggiun senza che “debba essere considerata soltanto l’elettricità.”, perchè “ non è una religione, ma una tecnologia come altre. Se altre tecnologie, per esempio pensiamo ai biocombustibili, possono permetterci di raggiungere lo stesso obiettivo perché non dobbiamo utilizzarle?”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *