HVOlution, è partita l’era del diesel prodotto al 100 per cento da materie prime rinnovabili

Un biocarburante che viene prodotto utilizzando il 100 per cento da materie prime rinnovabili (materie di scarto e  residui vegetali) oltre che da olii generati da colture non in competizione con la filiera alimentare. E’  HVOlution, il primo diesel prodotto da Eni Sustainable Mobility per  contribuire all’immediata decarbonizzazione del settore dei trasporti anche pesanti, tenuto conto delle emissioni allo scarico, perché utilizzabile con le attuali infrastrutture e in tutte le motorizzazioni omologate (per  verificare la compatibilità dei veicoli all’utilizzo basta leggere libretto di manutenzione) di cui mantiene invariate le prestazioni. Un nuovo carburante “ultraverde”  già  in vendita in numerose  stazioni di servizio Eni (che possono essere individuate dall’app Eni Live e sul sito Enistation.com)  frutto di un progetto avviato nove anni fa  con la trasformazione delle raffinerie di Venezia e Gela in bioraffinerie, che dalla fine del 2022 sono “palm oil free”. La tecnologia proprietaria EcofiningTM consente, infatti, di trattare materie prime vegetali di scarto e olii non commestibili per produrre biocarburante HVO  sigla che sta per Hydrotreated Vegetable Oil, ovvero olio vegetale idrogenato) di cui Eni Sustainable Mobility è il secondo produttore in Europa. Un biocarburante che prima della commercializzazione nelle stazioni di servizio Eni, è stato utilizzato”in purezza” da diversi clienti sia  su autobus sia su camion : un test finale dopo l’impiego, partito dal 2016,  addizionato in una percentuale del 15 per cento al gasolio  nel prodotto Eni Diesel +, disponibile in oltre 3.500 stazioni di servizio in Italia. “Il biocarburante puro HVOlution ha un ruolo fondamentale perché già da oggi può dare un contributo importante alla decarbonizzazione della mobilità, anche del trasporto pesante”, ha commentato Stefano Ballista, amministratore delegato di Eni Sustainable Mobility. “Questo prodotto arricchisce l’offerta nelle stazioni di servizio, affiancandosi all’attuale proposta di prodotti low-carbon, come le ricariche elettriche, e di servizi per le persone in mobilità: obiettivo di Eni Sustainable Mobility è integrare gli asset industriali e commerciali lungo tutta la catena del valore, dalla disponibilità della materia prima fino alla vendita di prodotti decarbonizzati al cliente finale.” Eni ha siglato accordi e partnership che permettono di valorizzare gli scarti e i rifiuti utilizzandoli come materia prima per la produzione di biocarburanti come HVOlution sviluppando  in diversi paesi dell’Africa, tra i quali Kenya, Mozambico e Congo, una rete di agri-hub in cui verranno prodotti olii vegetali in grado di crescere in terreni marginali e aree degradate e non in competizione con la filiera alimentare e, al tempo stesso, di creare opportunità di lavoro sul territorio. Recentemente, dal Kenya è arrivato nella bioraffineria di Gela il primo carico di olio vegetale prodotto nell’agri-hub di Makueni, mentre a Venezia è arrivato il primo carico di olii di frittura esausti. L’obiettivo è di coprire il 35 per cento dell’approvvigionamento delle bioraffinerie Eni entro il 2025.

 

2 risposte a “HVOlution, è partita l’era del diesel prodotto al 100 per cento da materie prime rinnovabili

  1. Le alternative all’elettrico, che è solo una “sporca manovra” di qualche superpotenza per assicurarsi uno strapotere economico, ci sono…

  2. Questo biocarburante è sicuramente un primo passo verso una possibile alternativa. Le troppe informazioni che oggi giungono sul tema della sostenibilità alcune volte sembrano dettate da interessi di parte. La lotta belluina tra i vari stakeholder che si è scatenata per indirizzarci verso un combustibile non fossile a oggi non mi pare molto convincente. Lo sanno bene coloro i quali alcuni anni fa si sono orientati verso LNG ed oggi ne pagano le conseguenze in termini economici. A gennaio solo 1,8% dei veicoli immatricolati è alimentato a gas. Quasi il 50% in meno rispetto allo scorso anno; ritengo che la posizione dei trasportatori deve essere scrupolosa, attenta e soprattutto di studio nel scegliere la strada maestra, cercando di non farsi influenzare dalle “sirene” un tantino interessate.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *