David Sassoli, l’uomo che ha aperto la strada alla liberalizzazione del mercato ferroviario

“Con il via libera dell’Europarlamento la riforma ferroviaria è legge e finalmente i mercati nazionali dovranno aprirsi alla concorrenza con notevoli vantaggi per passeggeri e imprese, con l’aumento dell’offerta, con l’abbassamento delle tariffe, con la creazione di nuovi posti di lavoro”. Con queste parole David Sassoli, giornalista e politico italiano, aveva annunciato, nel dicembre 2016, quella che aveva definito “la più importante riforma ferroviaria dell’Unione Europea varata dopo più di tre anni di lavoro”. Uno dei tanti traguardi raggiunti da quello che tre anni più tardi sarebbe diventato residente del Parlamento europeo ricordati all’indomani della notizia della morte di David Sassoli, mancato nella notte tra lunedì e martedì 11 gennaio a Aviano, in provincia di Pordenone, dove era ricoverato per una grave malattia che ne aveva minato le difese immunitarie. Ma l’autore della legge che impose una liberalizzazione del mercato ferroviario è stato ricordato anche per moltissimi altri “passi” compiuti nella sua carriera di politico (intrapresa dopo quella di giornalista, iniziata al giornale Il Tempo, e proseguita all’agenzia di stampa Asca, al quotidiano Il Giorno e infine alla Rai, dove era stato assunto nel 1992 diventando nei primi anni 2000 il principale presentatore del telegiornale Tg1 di metà giornata e poi della sera): da quelli per difendere strenuamente il ruolo dell’assemblea parlamentare e il rispetto dei trattati europei, a quelli per gestire un momento difficilissimo nella vita politica comunitaria, segnato dall’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, dalla deriva della democrazia in alcuni Paesi membri, dalla pandemia virale. Un’emergenza, quest’ultima, durante la quale David Sassoli, nato a Firenze nel 1956 e cresciuto a Roma dove si era diplomato e aveva iniziato gli studi universitari interrotti per entrare nel mondo del giornalismo, si era protagonista di un episodio destinato a “chiarire di che pasta fosse fatto”: poiché per mesi l’aula era rimasta chiusa proprio a causa dei contagi (gestendo i dibattiti online e permettendo così all’assemblea di continuare a svolgere la proprio attività legislativo) aveva deciso di sospendere la diaria che spetta ai deputati in trasferta a Strasburgo. Una scelta fu criticata da molti parlamentari, evidentemente “fatti di una pasta” decisamente diversa dalla sua. Un uomo con “valori” che spesso troppo esponenti della politica hanno mostrato di non possedere, oltre che  “un uomo delle istituzioni e appassionato politico e un conoscitore delle politiche per il sistema dei trasporti e della logistica”, come lo hanno voluto ricordare proprio due esponenti del mondo dei trasporti, Paolo Uggè e Fabrizio Palenzona, presidenti di Conftrasporto, che hanno voluto sottolineare “il suo impegno al nostro fianco a Bruxelles per un sistema più equo e giustamente competitivo per le imprese europee del nostro settore”, e, in particolare, “ la disponibilità mostrata nei numerosi incontri avuti a Bruxelles e a Roma come Confederazione, nel corso degli anni, per l’elaborazione del pacchetto di misure per il trasporto ferroviario e per l’autotrasporto”. Paolo Uggé e Fabrizio Palenzona hanno voluto esprimere nome di Conftrasporto “la vicinanza alla famiglia e alle istituzioni europee che ha saputo così egregiamente rappresentare da politico italiano”. E un altro importante esponente   mondo dei trasporti e della logistica, il presidente di Alis Guido Grimaldi, ha voluto esprimere, a nome dell’intera associazione,  la propria  profonda tristezza per la scomparsa di “una persona di qualità che ha onorato il nostro Paese e che ha saputo mostrare vicinanza e supporto anche nei confronti delle imprese e dei lavoratori del settore del trasporto e della logistica, riconoscendo l’importanza della sostenibilità come opportunità concreta per affrontare le sfide attuali”. 

 

 

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