Le modifiche sul riposo obbligatorio per i camionisti di cui si sta discutendo e che prevedono la possibilità per i conducenti di organizzare i periodi in cui non si sta al volante e non si lavora in modo più flessibile nel corso di quattro settimane consecutive, suscita molte perplessità fra gli addetti ai lavori. Perché il cambiamento del periodo di tempo su cui calcolare la media del riposo settimanale obbligatorio, che da due settimane potrebbe passare a quattro, potrebbe rappresentare un possibile aggravio significativo della fatica psicofisica del conducente, ma anche perché dal punto di vista dei controlli tale previsione comporterebbe concrete e insanabili difficoltà di tipo pratico. Parola di Giuseppe Bisogno, direttore del servizio di Polizia stradale del ministero dell’Interno, che in un’audizione in commissione Lavori pubblici al Senato, nell’ambito dell’esame del Pacchetto mobilità, atti comunitari relativi al trasporto su strada, ha severamente bocciato le modifiche. Spiegando, per esempio, che il conducente così facendo “avrà la possibilità di fruire solo del riposo ridotto per tre settimane di seguito e accumulare i periodi di riposo tutti nella quarta settimana”, e che difficoltà nei controlli potrebbero derivare dal fatto che “il periodo di tempo da prendere in considerazione per la verifica della regolare fruizione del riposo goduto in compensazione dei riposi ridotti verrebbe raddoppiato, e potrebbe uscire dal periodo di 28 giorni per cui l’operatore di polizia stradale può effettuare i controlli su strada”. Conclusioni: la modifica prevista all’articolo 8 del regolamento sui Trasporti in discussione anche se non altera le prescrizioni minime vigenti in materia di periodi massimi di guida giornaliera e settimanale, sarebbe meglio finisse nel cestino… “Il nostro parere”, ha affermato il direttore del servizio di Polizia stradale. “è negativo”.