Ponti che crollano (magari sotto il peso di maxi tir)? Nessuna fretta, se ne riparlerà nel 2025

La politica incapace di agire in tempi rapidi e campionessa assoluta nel rimandare provvedimenti, perfino quelli che alle “gente comune” appaiono urgentissimi, irrimandabili perchè di mezzo c’è un pericolo altissimo, come per esempio quello di ponti che possano crollare nuovamente e uccidere, come avvenuto con il cavalcavia Morandi di Genova, come successo per il ponte di Annone Brianza, non sembra voler perdere occasione per confermare questa sua straordinaria “capacità”. Capace soprattutto di far apparire sempre più evidente, agli occhi di milioni d’italiani, la sua straordinaria inutilità e addirittura dannosità, pericolosità. Come non comprendere chi ha usato questa “chiave di lettura” di fronte alla notizia che le “linee guida sui trasporti in condizioni di eccezionalità entreranno in vigore il 30 marzo 2025”, con “il provvedimento, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 28 novembre 2023, che sancisce lo slittamento dal 31 dicembre 2023 al 30 marzo 2025”? Già, perché dietro a questa notizia, si cela anche il fatto che all’orizzonte non si intravede nulla di rapido per quanto concerne la prevenzione (che in questo caso si legge manutenzione di ponti e gallerie, unica arma efficace per evitare altre tragedie, altri morti) visto che leggendo le comunicazione della politica ai cittadini si legge che “dovrà essere adottato entro il 30 ottobre 2024, con decreto del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il ministero dell’Interno, previa intesa con la conferenza unificata, il Piano nazionale per i trasporti in condizioni di eccezionalità”. Piano, per il quale, si noti bene, dovrà essere istituito un “tavolo tecnico di lavoro, per la definizione di cosa occorre fare ( quattro anni e mezzo dopo la tragedia di Genova) che non solo “dovrà individuare i corridoi dedicati ai trasporti in condizioni di eccezionalità che garantiscono il collegamento tra le aree industrializzate  del Paese e i principali poli logistici e industriali”, ma, attenzione attenzione, “le modalità di monitoraggio dei manufatti e le azioni necessarie per  risolvere le criticità anche di natura infrastrutturale”. In parole povere: tra un paio d’anni dovrebbe cambiare qualcosa. E se nel frattempo dovessero crollare altri ponti, o magari gallerie, nessuna preoccupazione: ci sarà qualche esponente politico pronto a manifestare il cordoglio dello Stato ai parenti delle vittime, a sfilare in prima fila in chiesa ai funerali. E chi se ne frega di tutte le richieste dei cittadini preoccupati che potessero esserci “altri ponti Morandi in Italia….” E chi se ne frega del silenzio calato come un sipario, a nascondere tutto, sulle promesse, fatte con grande enfasi, di una mappatura delle infrastrutture. Un silenzio denunciato nell’estate 2019, tre anni dopo la tragedia di Annone Brianza, dal presidente di Fai Conftrasporto Paolo Uggé, che trovatosi a viaggiare ijn auto proprionel lecchese si era domandato (clicca qui per rileggere l’articolo) cosa fosse stato fatto nel frattempo (e dandosi la risposta: nulla),e soprattutto sottolineando come quelle tragedie e quei pericoli in molti casi potessero “avere una “matrice” ben chiara, ovvero una normativa emanata nel passato, per favorire qualcuno, e mai corretta che consentiva di far “passare” per eccezionali carichi che invece, a norma di legge, non lo erano. Moltiplicando esponenzialmente il peso caricato su carreggiate sospese e piloni portanti. Tutto puntualmente segnalato. Tutto puntualmente fatto finire nel dimenticatoio”, aveva tuonato Paolo Uggè. Sono passati altri quattro anni e ora, il “caso” trasporti eccezionali (che molto spesso eccezionali non sono ma servono solo a far risparmiare denaro a chi fa viaggiare certe merci) registra uno slittamento di qualche mese, che magari poi diventerà di qualche anno. Cosa dire? Amen. Come si dice a un funerale…

6 risposte a “Ponti che crollano (magari sotto il peso di maxi tir)? Nessuna fretta, se ne riparlerà nel 2025

  1. Ugge’ ha fatto parte da sottosegretario ai trasporti a quel governo Berlusconi che ha firmato l’accordo con società autostrade che obbliga lo Stato a risarcirle in caso di recesso anche per grave colpa. Motivo per cui dopo il Morandi non è stato come avrebbe dovuto essere ovvio, recessa la concessione. Lo stesso governo che aveva spostato le competenti di alcune strade da regioni a province ai comuni, creando una confusione tale per la quale si scopre a distanza di anni che nessuno controllava. E Ugge’ è lo stesso che da anni spinge più per opere discutibili come il ponte sullo stretto, che per manutenzione e fine di lavori sospesi da anni come la fine della Asti Cunei, la fine della Brebemi e potremmo andare avanti per ore. In breve, quando ha finito di fare ridicoli proclami dove vuol passare come salvatore della patria non sarà mai troppo tardi. E soprattutto spiegategli che Tir non è un tipo di mezzo ma una pratica doganale, e maxi tir non significa nulla. Trasporto eccezionale sarà meno impattante, ma rimane il termine più semplice e corretto.

  2. Alessandro, abbiamo capito che lei in tavernetta invece del gioco delle freccette ha una foto di Paolo Uggè, ma dopo un po’ diventa patologico….

  3. E’ tornato in campo dopo un “lungo periodo di silenzio” ma dimenticandosi di fornire quelle risposte che Gli avevo chiesto su alcune affermazioni da Lui sostenute. Ah! Gabanelli!!! Anche sulle idiozie che sostiene oggi le consiglio di andarsi a leggere quanto da me sostenuto dopo l’incidente occorso in provincia di Lecco a Merone. Forse Strada facendo dovrebbe avere in archivio la lettera che inoltrai all’allora titolare del dicastero dei trasporti. Se poi vorrà ampliare le Sue conoscenze, poco precise peraltro, vada a rileggersi le circolare che da Sottosegretario promossi agli uffici competenti relativamente alla circolazione di più pezzi indivisibili. Ma forse tutte le mie precisazioni sono inutili. Contro i pregiudizi è inutile commentare. Non lo farò più anche per non dare la possibilità a un rancoroso disinformato di salire sul gradino delle Sue critiche per sentirsi realizzato. Ripeto il consiglio gratuito già fornito. Si faccia curare perché credo abbia dei problemi. Augurandomi non sia così lo saluto comunque.

  4. Questo significa che ancora per un anno e mezzo non verrà applicato il limite a 86 tonnellate di carico di cui s’era parlato proprio per non sovraccaricare ponti e cavalcavia (che non dimentichiamolo spesso sono stati costruiti quando i mezzi pesanti pesavano la metà o un terzo?

  5. Vanessa e Giulio non hanno tutti i torti e presentano perplessità condivisibili. Purtroppo se si vogliono introdurre normative che definitivamente dettino norme adeguate occorrono verifiche ma anche confronti con le parti ed esperti che definiscano in modo inattaccabile una questione tecnica e di sicurezza. Lo dico con una certa rabbia in quanto la norma era stata individuata già nel 2004/5 ma legali molto bravi e giudici forse poco conoscitori di una materia tecnica e complessa la vanificarono. Conosco bene la cronistoria avendola proposta in Commissione trasporti dove ahimè non venne approvata. Gli interessi in gioco molto forti hanno di fatto mantenuto in vita una norma comoda a loro ma per nulla adatta alla sicurezza.

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