Carburanti, traghetti, camion: tutto quello che il Governo dovrebbe fare con i soldi dell’Europa

Sostegno per navi a ridotte emissioni nei settori dei traghetti e delle crociere, anche per rilanciare la cantieristica italiana; rinnovo del parco dei veicoli industriali e commerciali, diffusione dei combustibili alternativi e impiego dell’idrogeno nei trasporti via terra e via mare: sono queste le priorità individuate dai responsabili di Conftrasporto-Confcommercio per un “efficace impiego delle risorse del Recovery Fund” che, come si legge in un comunicato della federazione, “rappresenta un’occasione unica, da non sprecare, per sostenere l’economia nazionale, promuovere l’innovazione e lo sviluppo sostenibile, rimuovere alcuni deficit strutturali che penalizzano il Paese, a cominciare da quelli legati all’accessibilità e alla mobilità delle merci e delle persone”.Priorità indispensabili per sostenere gli investimenti degli operatori del trasporto e della logistica in quello che rappresenta in un passaggio fondamentale,la transizione verde e digitale, definito semplicemente “essenziale” dai responsabili dell’associazione che evidenziano però la propria preoccupazione per “l’acceso dibattito sul Piano nazionale che accresce le incertezze sugli effettivi sviluppi operativi che tale strumento strategico metterà a disposizione delle imprese. Secondo Conftrasporto il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza “per essere più efficace non dovrebbe privilegiare interventi che sarebbero comunque realizzati con risorse ordinarie dello Stato, ma definire un quadro, il più possibile condiviso, di misure addizionali, che sappiano imprimere al tessuto produttivo italiano l’atteso incremento di competitività”. Il tutto con “una particolare attenzione al tema della resilienza ai cambiamenti climatici”. Temi decisivi sui quali la politica sembra però, ancora una volta, incapace di decidere, come denuncia a chiare lettere il presidente di Conftrasporto Paolo Uggè, secondo il quale  ancora una volta dobbiamo prendere atto della totale negligenza con la quale si affronta il tema dei trasporti e delle infrastrutture: nella versione attuale del Piano  c’è una totale mancanza di visione sui temi legati alla progettazione di infrastrutture portuali resilienti in un contesto sempre più condizionato dai cambiamenti climatici; mancano gli interventi per favorire la  transizione energetica di mezzi navali e mezzi stradali, e sono assenti anche interventi organici e strutturati per  innovazione e digitalizzazione delle catene logistiche. Eppure”, rincara la dose Paolo Uggé, “il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta lo strumento attraverso il quale il nostro Paese dovrà risollevare il sistema economico facendo ripartire gli investimenti e l’occupazione. Da questo dipenderà il futuro dell’Italia. Possiamo solo sperare che le bozze circolate vengano rivedute e corrette. Se così non sarà ci troveremmo di fronte a una situazione preoccupante, a un governo che, per quanto ci riguarda, potrebbe condannare la nostra economia, che ha sempre più bisogno di logistica e trasporti via via più efficienti e interconnessi, a non avere gli strumenti necessari ad agganciare una ripresa economica globale che comunque arriverà, ma che potrebbe essere a beneficio solo dei Paesi concorrenti al nostro”.

 

“Rivolgiamo un appello alla ministra De Micheli affinché infrastrutture, logistica e trasporti trovino la giusta collocazione tra le importanti risorse del Pnrr”, conclude il presidente di Conftrasporto.

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