Mele italiane, la Germania non le vuole più. Ed è solo uno dei danni causati dai divieti al Brennero

La Germania le mele adesso non le comprerà più in Italia ma andrà a prenderle in Polonia. Basterebbe questo semplicissimo esempio concreto, raccontato da un imprenditore, Alexander Rieper, all’inviato della trasmissione Povera Italia, condotta su Rai due da Annalisa Bruchi, per capire l’enorme danno economico che i divieti imposti dall’Austria al transito al Brennero di camion italiani sta causando al nostro Paese. Un danno, devastante, emerso chiaramente anche da un altro dato fornito durante la puntata di Povera Patria andata in onda lunedì 17 febbraio: da quando, con il nuovo anno, sono scattati i divieti, il numero di camion italiani che hanno potuto attraversare il Brennero, vietato a nuove tipologie di merci, è sceso da 300 a 20 ogni ora, senza contare i ritardi accumulati da ogni mezzo pesante per eseguire le “manovre” oggi obbligatorie: fermarsi prima del valico, caricare il mezzo su un treno, attendere che parta, percorrere 70 chilometri su rotaia, eseguire le operazioni di scarico e poi, finalmente, poter riprendere il viaggio verso la Germania. Con una perdita di tempo che si calcola in ore, tempo che è determinante per il costo di un trasporto e che quindi rende non più concorrenziale l’offerta delle imprese italiane. A conferma di quello che Paolo Uggé, vicepresidente di Conftrasporto e Confcommercio ha definito senza mezzi termini un vero e proprio attacco “di natura e di matrice economica con l’obiettivo di realizzare condizioni che privilegiano chiaramente i prodotti di altri Paese e che consentano all’Austria di diventare il soggetto che gestisce tutte le operazioni su gomma”. Una manovra nascosta, ha aggiunto Paolo Uggè, dietro la “strumentalizzazione delle misure ambientaliste”, confermate, del resto da un altro “passaggio” importante della trasmissione:quello laddove un inviato di Rai 2, dopo aver controllato le targhe, ha confermato: I tir Italiani vengono fermati, quelli austriaci sono liberi di proseguire la loro corsa. La domanda da rivolgere a Ingrid Felipe, vice governatrice del Tirolo che ha difeso la scelta di imporre i divieti affermando d’essere la “responsabile della salute della gente del Tirolo” a questo punto avrebbe dovuto essere: dai tubi di scappamento dei tir austriaci invece che polveri e anidride carbonica escono microparticelle di eucalipto o di altre piante benefiche per l’organismo come quelli utilizzati per suffumigi e aerosol?

Una risposta a “Mele italiane, la Germania non le vuole più. Ed è solo uno dei danni causati dai divieti al Brennero

  1. Mi pare che quanto denunciato dal produttore di mele sia in perfetta sintonia con quello che il presidente Fai-Conftrasporto da tempo sta segnalando a una politica ottusa che non si vuol rendere conto di smetterla con le polemiche sul nulla o sul potere. È evidente che se il sistema Italia non garantisce le merci che produce o trasforma il risultato è quello denunciato dal produttore di mele. Del resto ognuno di noi come si comporta negli acquisti. Se chi mi vende i prodotti non me li mette a disposizione cambio negozio.

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