Casualità e fortuna: per non morire su un ponte che crolla ormai bisogna sperare in questo?

“Solo la casualità e un’immensa fortuna hanno impedito altre vittime innocenti, solo per questo  oggi non ci sono altri familiari sprofondati nel dolore.  I cittadini devono essere protetti: vogliamo un impegno serio del nostro Governo e del Parlamento affinché il nostro Paese sia messo in sicurezza e ogni viaggio non diventi una roulette russa”. A chiedere sicurezza sulle strade, dopo il crollo di un tratto di alcune decine di metri di un viadotto dell’autostrada A6 Torino-Savona, ceduto   a causa di una frana a circa un chilometro di distanza dal casello di Savona, è Egle Possetti, presidente del Comitato ricordo vittime del ponte Morandi. “Per noi ieri  stato come tornare indietro di 15 mesi e ci ha lasciati ancora una volta senza fiato” ha aggiunto commentando la notizia del nuovo crollo che incredibilmente non ha causato vittime: le auto che stavano passando in quel momento sono riuscite a fermarsi prima di precipitare, e gli automobilisti  hanno avvertito in tempo  le altre auto che stavano arrivando (fra cui un pullman). Il crollo  sarebbe stato causato da una frana che si è staccata dal monte lungo il cui pendio è costruita l’autostrada. La frana è scesa per diverse decine di metri e ha travolto i piloni del viadotto su cui si trova la carreggiata che porta in direzione di Torino, fermandosi lungo i piloni del viadotto che va in direzione opposta. Il tratto di strada è caduto interamente a terra, senza spezzarsi. In un articolo il   Corriere della Sera  afferma che “nel 2017 Autostrada dei Fiori, la società che gestisce la Savona-Torino, aveva fatto sapere che sui viadotti erano stati installati dei sensori di movimento, ma che non sono mai stati segnalati pericoli”.

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