Infiltrazioni malavitose nell’autotrasporto, Maroni firma l’accordo per combatterle

Un protocollo di legalità per combattere le infiltrazioni malavitose nel mondo del trasporto. Lo hanno firmato oggi  il ministro degli Interni Roberto Maroni e i rappresentanti di Conftrasporto. L’accordo settoriale è stato sottoscritto unitamente al protocollo quadro con il presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia, Carlo Sangalli. 

Nel protocollo di Conftrasporto, che si riconosce nei principi e negli impegni previsti dal protocollo quadro confederale, sono forniti due indicatori di particolare importanza per assicurare il rispetto delle regole nel mondo del trasporto: il mancato rispetto dei costi minimi e la cancellazione dall’Albo e dalla Camera di Commercio con successiva apertura di una nuova impresa da parte degli stessi personaggi, prestanome o persone legate da vincoli di parentela che ricoprivano incarichi nell’impresa estinta. “Due indicatori che, qualora non venissero rispettati, spingeranno il ministero ad avviere le opportune verifiche per l’applicazione degli aspetti sanzionatori”, ha spiegato il presidente nazionale di Fai Conftrasporto Paolo Uggè. La chiusura di imprese, con  successiva riapertura con altro nome, verrà segnalata agli organismi preposti al fine di generare i necessari controlli. Altrettanto avverrà per le imprese che risulteranno sanzionate per il mancato rispetto dei costi minimi. Il ministero dell’Interno, si legge nel protocollo, riconosce che “l’adozione di comportamenti in linea con le normative vigenti da parte di tutti i protagonisti della filiera del trasporto (vettore, committente, caricatore e proprietario della merce) rappresenti un elemento essenziale per scongiurare l’ingerenza della criminalità organizzata”. Un’impresa sanzionata in quanto non percepisce i costi minimi e che presenta bilanci attivi, potrà essere chiamata a dimostrare come riesca a proseguire l’attività e, in applicazione delle norme in atto, potranno essere coinvolti nelle operazioni di verifica tutti i componenti della filiera. Un ulteriore elemento di forza che il vettore potrà liberamente utilizzare in quanto il principio è riconosciuto dal ministero competente. Paolo Uggè ha anche voluto ricordare come “a livello comunitario, e in alcuni Paesi è già avvenuto  è ipotizzata la perdita del requisito della capacità finanziaria per le imprese  che non presentano bilanci in pareggio. Questo protocollo introduce dunque elementi che favoriscono le imprese serie e soprattutto quelle  che vogliono crescere e instaura tra le federazioni e il ministero una forma di collaborazione  nella giusta battaglia di civiltà nei confronti di ogni possibile infiltrazione dei fenomeni malavitosi nel settore”.

3 risposte a “Infiltrazioni malavitose nell’autotrasporto, Maroni firma l’accordo per combatterle

  1. Mi complimento notevolmente con Conftrasporto, perchè dopo anni e anni passati solo a rivendicare agevolazioni e tutele per (tutte) le imprese di autotrasporto, ha finalmente fatto un salto di qualità e stretto un patto con le Istituzioni per far emergere le imprese sane e quelle in regola. Sono assolutamente convinto che questa è la strada giusta e l’unica politica da fare, perchè ritengo che solo chi lavora in regola possa avere diritto di esercitare l’attività nel prossimo futuro.

  2. Sig. Uggè, vorrei sottoporle quanto segue: le mafie, camorra, ‘ndrangheta e cosa nostra, non sono stupide, non mettono a capo di un’impresa una persona con precedenti penali, semmai usano prestanomi, persone con la fedina penale immacolata e in grado di fornire cerfificato con nulla osta antimafia. Soggetti magari laureati, ma loro figli, fratelli, nipoti, persone che perfino la prefettura di competenza rilascia informative non ostative. La domanda è: come si comporta Conftrasporto nel caso in cui una impresa del genere chiede di aderire al sindacato? Per favore, non mi risponda in politichese, mi dica, senza giri di parole se l’impresa viene accolta o no. Grazie per la risposta.

  3. Caro Walter, se Lei legge i protocolli di Confcommercio e Conftrasporto trova la risposta ai suoi quesiti. Il protocollo e’ come Lei puo’ immaginare standard in quanto avallato dal ministero che più’ di ogni altro e’ competente. L’accordo quadro e” identico infatti a quello della Confindustria e di tanti altri. Per la verita’ quello specifico firmato da Conftrasporto prevede alcuni indicatori più’ severi di altri. La speranza e’ che venga condiviso anche da altre organizzazioni. Voglio far osservare infine che in una societa’ civile quello che conta sono le regole. Non mi risulta che tra queste vi sia quella della responsabilita’ oggettiva oppure della appartenenza o parentela. Sarebbe come sostenere che sia’ sufficiente chiamarsi Rivera per saper giocare bene al calcio o se preferisce Giuliano per essere un bandito. Quindi chi non si trova nelle condizioni previste dal protocollo non verra’ accettato. Spero considerera’ la risposta chiara.

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