Mobilità urbana, tutta l’Italia prenda esempio da Parma

Esiste una nuova realtà europea che si va sostituendo a quella nazionale nel proporre casi di eccellenza, testimoniando come grazie alle tecnologie avanzate e all’innovazione dei servizi sia possibile produrre importanti risultati di crescita intelligente, competitiva e sostenibile nel settore dell’autotrasporto, tutelando l’ambiente, aumentando la sicurezza. Una nuova realtà europea dalla quale che le istituzioni locali dovrebbero prendere come esempio per stabilire politiche di sviluppo efficaci, oltre che necessarie, per rinnovare le società,  contribuendo a mantenere una industria forte e competitiva. A dire la verità, pertrovare un esempio, non occorrerebbe varcare i confini: fra i 13 progetti provenienti da tutti i Paesi europei  e selezionati nel 2010 da una commissione d’esperti, cinque infatti erano “made in Italy”. In particolare, il progetto promosso dal comune di Parma e chiamato “EcoCity”  ha dato una risposta a un tema che diverrà dominante nei prossimi anni: ovvero la domanda di un servizio efficiente ed a basso impatto ambientale per la distribuzione delle merci in città. Il tema della mobilità urbana sarà, nel suo insieme, la questione fondamentale con la quale saranno costretti a misurarsi gli amministratori pubblici. La stessa Commissione europea per i Trasporti fornirà i parametri di riferimento. Nei centri urbani entro il 2020 si realizzerà infatti più dell’80 per cento del Pil europeo (oggi siamo al 71 per cento). Numeri e previsioni che fanno capire come sia d’obbligo intervenire senza perdere ulteriore tempo. In questi ultimi anni abbiamo spesse volte, criticato le scelte demagogiche ed emergenziali. Il tema urbano e della qualità della vita meritano soluzioni meditate e strutturali e non scelte basate sui divieti domenicali o sull’obbligo di installare i filtri antiparticolato.  Queste iniziative possono avere un’utilità solo se  parte di un progetto complessivo che affronti il tema della distribuzione urbana, della raccolta dei rifiuti e dei flussi  che quotidianamente entrano nelle città. Anche quest’anno la politica degli annunci invece è stata dominante. Una scelta diversa è però possibile e l’amministrazione parmense ha indicato la strada da seguire. La riorganizzazione del processo logistico basato sull’utilizzo di piattaforme per il consolidamento dei carichi diretti nel centro cittadino; l’applicazione del principio di premialità; il coinvolgimento degli attori che hanno condiviso il progetto; sono questi i punti vincenti del progetto che ha consentito di passare dai “blocchi del traffico” a un percorso virtuoso di mobilità sostenibile. Un’innovazione che è molto lontana dalle scelte di  città dove si preferisce ricorrere a inutili divieti (la riduzione del pm10 non ha raggiunto gli obiettivi) o alla ridicola decisione di ridurre la velocità sulle tangenziali. La sensazione è quella di una presa in giro. Serissima invece è la scelta fatta dall’amministrazione di Parma, dove la qualità della vita è migliorata, dimostrando, con un esempio concreto che una mobilità virtuosa e rispettosa dell’ambiente e della vita dei cittadini è possibile.È da qui che occorre ripartire, e il Patto della mobilità urbana lanciato dal leader di Confcommercio Carlo Sangalli è la strada idonea per evitare non solo che decisioni dall’alto vengano imposte ma che amministratori inadatti o ministri mal consigliati proseguano in scelte utili per pochi e inutili per tanti.

Paolo Uggè ( presidente di Fai Conftrasporto,  vicepresidente di Confcommercio e consigliere del Cnel).

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