Incentivi alle imprese che non
licenziano e non fuggono all’estero

Era necessario che si facesse un punto fermo sulla situazione del settore dell’autotrasporto e l’occasione l’ha fornita il Transpotec di Milano che vede in questi giorni esperti e rappresentanti di categoria confrontarsi sulle prospettive di un settore che sta vivendo la fase forse più acuta della crisi. Impegni assunti dal Governo non completamente risolti; deficit di liquidità determinati anche dai ritardi nel pagamento dei corrispettivi dovuti per i servizi prestati; concorrenza esasperata attuata da imprese estere provenienti da Paesi nei quali il costo del lavoro ha minore incidenza: questi i principali problemi sul tavolo.Gli stessi identici problemi per i quali  avevamo già lanciato un grido d’allarme prima del periodo estivo, ipotizzando anche alcune possibili soluzioni, senza tuttavia ricevere le risposte che le imprese e migliaia di lavoratori si attendevano. Oggi, qualche mese dopo, il costo del lavoro, del gasolio e la mancanza di controlli stanno mettendo in gravissimo pericolo la permanenza sul mercato delle imprese strutturate regolari che, anche nel nostro mondo, sempre più valutano la possibilità di ricorrere a forme di delocalizzazione, spostando l’attività all’estero,  oppure di sostituire il personale dipendente con lavoratori autonomi. In queste ultime settimane abbiamo registrato interessanti proposte tendenti a intervenire nei confronti delle imprese nel tentativo di ottenere la riduzione dei costi che gravano sulle imprese, ivi compreso il grido di dolore del presidente di Confindustria sulla Finanziaria. Anche Conftrasporto non può che convenire sulla necessità di impegnarsi al massimo per ricercare soluzioni che possano evitare di dover ricorrere a forme di riduzione del personale o alla messa in mobilità. Avevamo avanzato mesi fa, purtroppo inascoltati, la proposta di consentire, per il periodo di un anno, una moratoria per il versamento dei contributi sia a carico del lavoratore sia delle imprese. Suddividendo equamente tra le parti il beneficio si sarebbe ottenuta una riduzione del costo del lavoro e una maggior disponibilità per i lavoratori da destinare ai consumi.  La proposta lasciava i lavoratori la possibilità di recuperare il “vuoto” dei contributi non versati alla fine del percorso lavorativo, evitando riduzioni della pensione. Anche  i costi a carico dello Stato sarebbero stati di scarsa rilevanza, ma si sarebbe generata in un momento di difficoltà una situazione positiva per entrambe le parti. Oggi molte imprese di trasporto stanno pensando a ridurre il personale, a far ricorso alla cassa integrazione e alle  procedure di mobilità,  o a delocalizzare.  Tutto come ampiamente previsto, tutto per colpa di chi non ha saputo o non ha voluto ascoltare i suggerimenti avanzati da chi in questo mondo lavora, ne conosce le regole, i problemi, le possibili soluzioni. L’occasione del convegno organizzato nell’ambito del Transpotec  ha fatto emergere una nuova proposta da applicarsi, laddove venga riconosciuto lo stato di difficoltà:  le imprese di autotrasporto più colpite  dalla concorrenza in quanto  non stanziali, che non ricorrano o che rinuncino agli interventi suddetti, potranno assolvere in modo forfettario gli obblighi contributivi per il 2010 con un versamento nella misura del 10 per cento. Lo  Stato non sosterrebbe i costi derivanti da cassa integrazione, mobilità o alla perdita del gettito contributivo fiscale e  i lavoratori ne potrebbero trarre il  beneficio di non trovarsi senza occupazione. La misura dovrebbe essere però limitata alle imprese che non abbiano un contenzioso con l’erario e con gli istituti previdenziali, o che abbiano in corso delocalizzazione e che rispettino i tempi di pagamento, nei limiti indicati dalla Comunità europea. Intensificando inoltre i controlli mirati sulle regole della sicurezza e della circolazione nei confronti delle imprese di trasporto si potrebbero risparmiare le risorse destinate a incentivare l’utilizzo del trasporto combinato via treno o via mare. Il rigido rispetto delle norme renderebbe competitive le altre modalità. Le  positività ottenibili sono evidenti:  maggior sicurezza sulle strade, effettivo riequilibrio tra le modalità di trasporto, salvaguardia dei livelli occupazionali, maggior competitività alle imprese in regola che operano in italia. Basterebbe, semplicemente,  ascoltare i buoni consigli.

Paolo Uggé

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