Una prima ondata di applausi se l’è guadagnata ringraziando “i tantissimi imprenditori che hanno deciso di essere qui oggi sacrificando una giornata di lavoro e dunque una parte di fatturato anche perché suppongo che tra di voi non ci siano persone che percepiscono il reddito di cittadinanza”; una seconda se l’è assicurata invece “ assicurando che, “di persone che lo percepiranno, c’è ne saranno sempre meno”. Ma Matteo Salvini, neo ministro delle Infrastrutture e dei trasporti ospite del convegno il Convegno di Conftrasporto-Confcommercio intitolato “Le sfide per la crescita: il futuro dei trasporti e della logistica tra la svolta sostenibile e nuove tasse all’orizzonte”, di applausi convinti da parte della categoria se ne è assicurati diversi altri durante il suo intervento. Per esempio schierandosi al fianco degli autotrasportatori nella battaglia contro i divieti imposti unilateralmente dall’Austria sul transito dei camion italiani al Brennero, definendo i divieti “concorrenza sleale” e soprattutto annunciando di aver ufficialmente “scritto alla presidenza della commissione europea chiedendo una procedura d’infrazione nei confronti dell’Austria”, ma anche intervenendo sul “caso Art”, l’Autorità di regolazione dei trasporti che sempre più imprenditori del settore ritengono di non dover pagare perché “semplicemente in utile”. “Sull’art mi avvalgo della facoltà di non rispondere …”, ha esordito Matteo Salvini strappando anche diverse risate alla platea, subito prima di far comprendere la sua “visione “ in proposito: “l’Italia è un Paese fondato sulle Authority” e questo nonostante accade che negli asili o negli ospizi accadano episodi di violenza terribili ma senza che sia possibile montare telecamere di sorveglianza perché un’Autorità della privacy lo impedisce. Lasciando gli italiani chiedersi se vanga prima la sicurezza o la privacy”. Ma l’intervento del nuovo ministro (“incarico che”, ha affermato lo stesso Matteo Salvini, rappresenta un’importantissima sfida da vincere pensando a un traguardo chiarissimo, ovvero lasciare, fra cinque anni, un Paese con una rete di infrastrutture completamente diversa da quella di oggi”) è stato seguito con grande attenzione e, soprattutto, condivisione dalla sala gremitissima, con decine di ospiti in piedi, anche in materia di transizione verso fonti di energia rinnovabili e a basso contenuto di carbonio che, come denunciato da Confcommercio Conftrasporto, così com’è “ rappresenta soprattutto un ulteriore onere per il settore della logistica e dei trasporti, già soggetto a un alto carico fiscale, con una carbon tax cinque volte superiore a quella dei settori agricolo e industriale (250 euro per tonnellata di Co2 prodotta)”, e con le prime stime degli stessi analisti di Conftrasporto, che prevedono come “l’estensione al trasporto stradale dell’Ets, ovvero meccanismo di contrattazione delle emissioni, “ porterà a un ulteriore aumento dei costi per le imprese. Una transizione ecologica che non può essere costruita installando nuovi punti di rifornimento di idrogeno quando “ non c’è domanda, non c’è offerta e dunque non non esiste mercato”, come ha commentato l’esponente leghista, definendo la “manovra” sull’idrogeno uno spreco di denaro e solo qualcosa “da poter raccontarre in un convegno”. Senza risparmiare un ultimo “colpo” da Ko, alla proposta di far viaggiare i mezzi a 30 chilometri orari nei centri urbani: “chi vuol far viaggiare a 30 chilometri orari i mezzi nelle città dovrebbe capire anche che la gente nelle città non ci vuole solo vivere ma anche vuole lavorare” ha concluso Matteo Salvini, invitando le “ associazioni di autotrasporto a diventare protagoniste nella riscrittura del Codice della strada per rappresentare le esigenze di un mondo che per strada non ci va per divertirsi ma per lavorare. Tenetevi pronti a essere coinvolti…”.