In Italia si muore in incidenti stradali più che in altri 14 Paesi europei. Salvini: “Più controlli”

In Italia si muore più che altrove in incidenti stradali. Per l’esattezza più che in altri 14 Paesi europei, dove il rapporto fra vittime e milioni di abitanti è di 44,7 mentre nel Belpaese  nel 2021 il dato ha toccato quota 48,5. Un tristissimo primato che ha sicuramente diverse ragioni (con fra le principali probabilmente l’inadeguatezza di controlli stradali, con pochissime pattuglie di forze dell’ordine non solo a effettuare controlli, attraverso i posti di blocco, ma soprattutto a rivestire un importantissimo ruolo di deterrente) sottolineato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso di fine anno agli italiani, e ribadito dal  vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini  dopo la pubblicazione sul sito del ministero stesso del  Rapporto 2022 sulle statistiche sull’incidentalità  nei trasporti stradali.  “Le statistiche relative agli  incidenti stradali  in  Italia  sono drammatiche e in peggioramento, anche rispetto agli altri Paesi europei” , ha affermato Matteo Salvini, sottolineando come  alla luce di questi dati, raccolti ed elaborati dai responsabili dell’Ufficio di statistica del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti con i contributi di Istat, Aci, Aiscat, Inail, Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Università di Roma La Sapienza, “sia doveroso richiamare l’attenzione, rilanciando i dati con forza attraverso il sito del ministero” e .”impegnarsi a fondo per invertire questo tragico fenomeno”. Una drammaticità che non ha bisogno di troppe parole per essere raccontata perchè bastano i numeri: come quelll delle persone,  19.855,  che hanno perso la vita a seguito di un incidente stradale in Europa nel 2021,di cui  2.908 in Italia sulle cui strade l’anno scorso si sono verificati  31.407 incidenti. “I tecnici del ministero   sono già al lavoro per  riaggiornare il Codice della strada”, ha commentato sempre Matteo  Salvini, che ha voluto evidenziare in particolare “ la necessità di tutelare chi, come i  ciclisti, troppo spesso sono vittime di gravi negligenze altrui.  È già partito un confronto con i miei colleghi Matteo Piantedosi e Giuseppe Valditara per disegnare  un pacchetto di interventi a 360 gradi” e immaginiamo  regole più efficaci e severe,  soprattutto per chi causa incidenti gravi sotto effetto di alcol e o droga, ma anche maggiori controlli e un miglior approccio all’educazione stradale nelle scuole.  Senza dimenticare, ovviamente, l’esigenza di rendere più sicure e moderne le infrastrutture: una semplice buca, a volte, può risultare fatale”.