La farsa dei sensori sui camion per vedere gli angoli ciechi: ora sono di nuovo obbligatori

A Milano tir e bus avranno l’obbligo di montare i sensori per consentire ai conducenti di vedere l’angolo cieco. Anzi no. Anzi si. Non è uno scherzo: è questo realmente sta avvenendo in merito alla decisione di rendere obbligatoria questa tecnologia sui mezzi pesanti, adottata dall’ottobre scorso dal Comune di Milano. Una decisione spazzata via un mese più tardi da una sentenza dei giudici del tribunale amministrativo regionale della Lombardia, che avevano tolto ogni validità gli atti predisposti dagli inquilini di Palazzo Marino dopo una serie di incidenti mortali in città, con vittime soprattutto i ciclisti, e ora invece destinata a “ripartire” dopo che il Consiglio di Stato ha a sua a volta annullato la sentenza del Tar della Lombardia. Facendo tornare così  in vigore a Milano l’obbligo dei sensori di angolo cieco per tir e bus. L’ennesima conferma che in Italia le leggi non vengono applicate ma vengono interpretate. E ognuno dà interpretazioni diverse. Roba da ridere se non venisse da piangere al pensiero che queste decisioni “ricadono” su migliaia e migliaia di lavoratori del settore, autorizzati a pensare, a questo punto, di non vivere in un Paese esattamente “normale” dove la parola d’ordine sembra diventata “contrordine generale”

3 risposte a “La farsa dei sensori sui camion per vedere gli angoli ciechi: ora sono di nuovo obbligatori

  1. Ora aspettiamo che la provincia di Monza voglia due grandangolari anteriori e la regione Piemonte le telecamere anche posteriori, cioè in breve che ognuno imponga quello che vuole, o per una volta le associazioni di categoria si vorranno muovere e imporre facendosi valere? Bloccate le merci a Milano per una settimana, poi quando si troveranno coi supermercati vuoti e i cantieri fermi vedrete come cambiano idea. Se si vuole si può fare. Se si facesse realmente e solamente l’interesse degli autotrasportatori. Ma ne dubito. E i fatti, vedi Brennero, mi danno ragione.

  2. Sicuramente comincerai Tu a rinunciare a effettuare i servizi nelle città. Sei proprio un chiacchierone! Una prova? Sono due mesi o più che ho chiesto di provare che la Conftrasporto, come da Te sostenuto, ha una sede in un Paese estero. Non sei stato in grado di fornirla. Eppure una sollecitazione in tal senso in un commento, che probabilmente non hai letto, Ti era stato richiesto. Sei inattendibile oltre che invidioso ma forse anche un po’ ignorante (nel senso che ignori e spari giudizi a casaccio). Chiacchierone! anche in questo caso non sai proprio nulla di quello che si deve fare.

  3. Presidente Uggè, la seguo da decenni, so cosa ha fatto e cosa sta ancora facendo per la categoria. E siccome so quanto tempo le dedica e quanto il suo tempo sia prezioso la prego: non ne sprechi neanche una piccolissima parte per rispondere a chi non se lo merita. Gente che fa affermazioni su sedi associative che la federazione avrebbe aperto nei Paesi dell’Est e che, invitata a fornire le prove di quanto afferma, si eclissa… La prego, non risponda a certe idiozie. Come avrebbe probabilmente detto un suo vecchio “collega della Fai” che purtroppo non c’è più così rischia solamente di far sentir importante un poveretto che trascorre la giornata a scrivere, forse per dare un senso alle sue giornate….

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