Passione, la parola chiave per riaccendere nei giovani il desiderio di guidare un camion

“Quello del camionista è un mestiere che in moltissimi hanno vissuto in passato come una grande passione e la proposta d’invitare i giovani neodiplomati a viaggiare nella cabina di guida al fianco di compagni di viaggio esperti, di “vecchi camionisti” potrebbe rappresentare una nuova strada davvero importante per riavvicinarli a questa professione, per colmare un vuoto nel ricambio generazionale che è diventato una vera e propria emergenza. L’entusiasmo è una cosa contagiosa e questa proposta avanzata dal presidente di un’associazione di categoria è davvero bellissima”. A promuovere a pieni voti l’idea di utilizzare “vecchi conducenti” come tutor per giovani aspiranti camionisti, trasmettendo loro non solo esperienza e sicurezza ma anche, e soprattutto, passione ed emozione, oltre alla consapevolezza di svolgere un ruolo importante nella società (proposta recentemente lanciata da Giuseppe Cristinelli, presidente della Fai, Federazione autotrasportatori italiani, di Bergamo oltre che consigliere nazionale della stessa associazione), è Gianluca Raimondi, coach formatore e fondatore di Ancient Psychology™, protagonista a LetExpo 2023 di un incontro voluto da Alis e Verona Fiere proprio per “viaggiare” alle origini del fenomeno  carenza di nuovi conducenti. Un esperto dei meccanismi della mente umana  scelto non certo a caso, considerato che ha vissuto un lungo periodo come consulente proprio di un’impresa di autotrasporti, e che, anche alla luce di quanto appreso in questa esperienza “mirata”, si è detto “assolutamente d’accordo con la proposta”. Un’idea che, ha aggiunto, “potrebbe essere facilmente integrata con altre iniziative per promuovere, interessare, coinvolgere i giovani in questa professione che ti permette di scoprire il mondo, viaggiare, incontrare, pensare, comunicare. Certo”, ha sottolineato Gianluca Raimondi, “stiamo parlando di una professione non facile e che esige la disponibilità e la capacità di sapere accettare molti più sacrifici rispetto ad altri coetanei che magari vengono assunti per lavorare in un comodo ufficio, per stare tutto il giorno davanti a un computer, al caldo, e non certo imbottigliati nel traffico o in attesa per ore su un piazzale, magari sotto la pioggia o la neve, in attesa di caricare o scaricare, ma che possiede anche le caratteristiche per trasformarsi, più che in diverse altre attività, in una passione”. Un lavoro capace di regalare sensazioni ed emozioni a volte uniche, ma riservato non a tutti, come ha concluso Gianluca Raimondi tracciando un “identikit” del candidato ideale a svolgere questa professione: “Il conducente del domani è uno che mai cambierebbe la sua giornata di libertà con una giornata nella prigione dell’ufficio, che il caldo ce l’ha anche nella sua cabina e che il caffè lo prende ogni giorno in un posto diverso, incontrando amici e colleghi, guardando il cielo, albe, tramonti, boschi, fiumi. Avendo la natura intorno mentre lavora, mentre un impiegato nell’ufficio guarda la fotocopiatrice ogni giorno, e forse anche dalla stessa angolazione. Allora, chi non invidierebbe chi fa questo mestiere  se le condizioni del lavoro fossero decenti, belle, attraenti anche per gli autotrasportatori?”.

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