“Calcoliamo una percorrenza media di 100mila chilometri l’anno e poi il costo di gestione di un mezzo diesel e di uno a Lng, sulla base dei costi dei carburanti rilevati oggi e del consumo medio, che equivale rispettivamente a 28mila litri e 25mila chilogrammi: nel primo caso, con il gasolio a 1.7 euro al litro (che significa 1,4 su base imponibile) la spesa annua ammonta a circa 39 mila euro, nel secondo a 65mila: questo significa che oggi un imprenditore che ha fatto “la scelta sostenibile”, acquistando camion a gas, è costretto a pagare oltre 25mila euro in più per ogni mezzo. Alla faccia della sostenibilità”. A “tradurre in numeri l’abbandono e il tradimento di chi si è riempitola bocca di belle parole scaricandone poi le conseguenze su chi lavora” sono, Fabrizio Rottoli e Doriano Bendotti, vicepresidente vicario e segretario provinciale di Fai Bergamo, che di fronte all'”esplosione” dei costi del gas per autotrazione e della situazine drammatica in cui si sono venuti a trovare proprio gli imprenditori del trasporto pronti a sostenere concretamente la svolta green tanto invocata da tutti, hanno voluto esibire il “conto” che ora quegli imprenditori si ritrovano a pagare. Un conto insostenibile, che, hanno affermato i due esponenti del mondo dell’autotrasporto bergamasco, “sta costringendo molte imprese associate a tenere quei messi fermi per non lavorare in pesantissima perdita”. Con le rate dei leasing da pagare e con il valore dei mezzi che, più passa il tempo, si abbassa. Una “fotografia” di una situazione devastante così come allarmante è quella della “risposta politica” data a questa situazione e “scattata” sempre dal vicepresidente vicario e dal segretario provinciale della fai Bergamasca riuniti in un “summit” guidato dal presidente Giuseppe Cristinelli per chiedere alla politica di intervenire e immediatamente per evitare un disastro. Cosa mostra la fotografia della “risposta politica” alla domanda di aiuti concreti? “Che per quanto riguarda il contributo da 500 milioni di euro per il credito di imposta dedicato ai veicoli di ultima generazione alimentati a gasolio, pari al 28 per cento del costo di acquisto del carburante nei primi tre mesi del 2022, tutto sulla carta è stato fatto, compreso il decreto attuativo, ma con l’impossibilità di recuperare di fatto il credito d’imposta visto che la piattaforma del Governo alla quale accedere per fare le pratiche non è attiva”, spiegano Fabrizio Rottoli e Doriano Bendotti. “E che per quanto riguarda invece il credito di imposta pari al 20 per cento sull’acquisto dell’Lng per l’anno 2022 non solo non c’è il decreto attuativo, ma neppure il via libera dell’Unione europea. Senza dimenticare che i 25 milioni di euro previsti e mai visti sarebbero a malapena sufficienti per aiutare le imprese a coprire le spese sostenute per il primo semestre per far viaggiare i circa 6500 camion verdi acquistati in tutta Italia. E che da qui a dicembre servirebbero altri 25 milioni. Possibilmente da poter incassare davvero e non solo “a parole”.