Camionisti, attenti a queste malattie “maschili” che possono partire già dai 40 anni

Il Pit Stop nelle gare di Formula Uno è diventato un momento importantissimo, che può modificare radicalmente (in meglio, con un cambio di gomme in un paio di secondi, o in peggio, con problemi meccanici che possono far correre per interminabili attimi i cronometri) il risultato della corsa. Arrivando, nei casi più clamorosi, a cancellare una vittoria ormai “fatta” oppure a trasformare una gara partita senza nessuna aspettativa nella corsa della vita. Un Pit stop nell’autotrasporto può invece addirittura cambiare, questa volta solo in positivo, una vita: è il “Pit stop della salute “ che la Fai (Federazione autotrasportatori italiani) di Bergamo ha deciso di offrire ai propri associati (350 imprese di autotrasporto con oltre 6500 dipendenti) facendo partire, nei propri ambulatori medici allestiti nella sede di via al Portico 15 a Orio al Serio, un nuovo servizio sanitario: una visita urologica e andrologica, affiancata da un esame del sangue per stabilire il livello di Psa, per diagnosticare, il più precocemente possibile, eventuali patologie alla prostata e ai testicoli, alla vescica e ai reni, che in alcuni casi possono insorgere anche molto prima di quanto si possa pensare. Come nel caso per esempio dell’ipertrofia prostatica, con percentuali dell’8 per cento della popolazione maschile dopo i 40 anni d’età e un’a diffusione addirittura con punte di oltre il 60 per cento oltre i 60 anni. Numeri che indicano chiaramente come la strada che porta a una diagnosi precoce possa rivelarsi importantissima per permettere di curare al meglio, risolvendoli completamente, anche problemi più importanti, per esempio alla prostata, che registrano oltre 35mila casi l’anno in Italia colpendo una fascia d’età sempre più giovane. Una campagna di assistenza sanitaria sempre più allargata (in programma ci sono anche altre due possibili nuove “offerte” con specialisti in altri due ambiti sanitari legati a problemi di salute particolarmente diffusi nel mondo degli autotrasportatori) realizzata a favore degli imprenditori associati e dei loro dipendenti ma estendibile su richiesta anche a familiari, come sottolinea l’ideatrice della campagna, Maura Baraldi, direttrice di Fai Bergamo, “nella consapevolezza che la salute è un bene prezioso, così come lo sono i titolari e i lavoratori delle imprese”. Un “pit stop della salute”, che prevede uno screening completo (esami del sangue Psa e visita specialistica) proposto a condizioni economiche particolarmente convenienti grazie a un contributo economico messo a disposizione proprio dalla federazione che si è fatta carico di una parte dei costi e con la possibilità che la spesa possa essere fatturata sia al singolo “paziente” sia all’azienda che volesse offrire questa ulteriore forma di tutela sanitaria ai propri dipendenti. Gli esami del sangue per la determinazione dell’Indice del Psa verranno effettuati nelle mattine del sabato mentre le visite specialistiche potranno essere prenotate contattando la segreteria della FAI al numero 035 2056711. “Un “pit stop” che diagnosticando precocemente possibili problemi di salute può davvero cambiare la vita”, commenta sempre Maura Baraldi che nello stilare un elenco di possibili specializzazioni mediche da offrire agli associati ha deciso di mettere “in prima fila” proprio l’urologia (rivolgendosi a uno dei maggiori esperti disponibili sul territorio, con 20 anni di attività come primario in una delle principali strutture sanitarie private della Bergamasca): “una “strada indicata dai numeri, considerato che diverse patologie in aumento colpiscono esclusivamente pazienti maschi e che la nostra associazione “raggruppa” imprese che hanno dipendenti quasi esclusivamente di sesso maschile”.

Una risposta a “Camionisti, attenti a queste malattie “maschili” che possono partire già dai 40 anni

  1. “PIT STOP della SALUTE”, un’opportunità da cogliere per le nostre aziende, poter offrire una miglior qualità della vita con la prevenzione in un contesto prettamente maschile. GRAZIE “nella consapevolezza che la salute è un bene prezioso, così come lo sono i titolari e i lavoratori delle imprese”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *