Uggé: “Difficile salvare l’Ilva se non si salva chi trasporta i suoi prodotti”

“Assurda e non più sostenibile”. Così il presidente di Fai Conftrasporto Paolo Uggè ha definito la situazione nella quale si trovano i tanti operatori del trasporto merci che da mesi lavorano per il gruppo siderurgico Ilva senza essere pagati. “Una situazione assurda e insostenibile perché stiamo parlando di imprese che hanno sopportato i costi, corrisposto gli stipendi e contributi ai lavoratori e versato l’Iva su fatture mai saldate, e che oggi non sono nella condizione di assicurare i servizi”, ha spiegato Paolo Uggè, evidenziando il pericolo che così “i prodotti non vadano in consegna e il salvataggio dell’Ilva vada in fumo”. Come intervenire? Secondo il presidente di Fai Conftrasporto (ma anche vicepresidente di Confcommercio) occorre percorrere una sola strada: quella della “sospensione dei versamenti fiscali e previdenziali e della prededucibilità del credito. È vergognoso che l’Ilva, che riceve il pagamento del trasporto (vendendo franco fabbrica) non trasferisca ai vettori quanto loro dovuto”, ha concluso Paolo Uggè. “Un comportamento scandaloso sul quale il Governo non può chiamarsi fuori. L’indotto del trasporto conta più di mille imprese e quasi diecimila lavoratori. Non intervenire sarebbe irresponsabile”.

2 risposte a “Uggé: “Difficile salvare l’Ilva se non si salva chi trasporta i suoi prodotti”

  1. Quando un’azienda non viene pagata per i servizi resi, dovrebbe poter IMMEDIATAMENTE sospendere i servizi stessi. Altrimenti rischia di lavorare solo per l’onore della Patria…..

  2. Esatto, infatti se non paghi il carburante non te lo forniscono, se non paghi il telefono ti staccano la linea, se non paghi i contributi non rilasciano il durc … Quindi c’è qualcosa che non va nella stipula dei contratti di trasporto: infatti, per la maggior parte dei casi non si stipulano proprio!

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