Opificio Italia, le foto che raccontano il Made in Italy. E le imprese che l’hanno trasportato

In un viaggio tra le immagini delle industrie manifatturiere che hanno contribuito alla storia del sistema produttivo italiano, delle aziende che concorrono da anni – e in alcuni casi da secoli – alla narrazione di quel brand comune che chiamiamo “Made in Italy”, potevano forse mancare fotografie di aziende di autotrasporto? La risposta è ovviamente no. E infatti fra i 150 scatti protagonisti di Opificio Italia, mostra fotografica ideata e allestita per celebrare la prima Giornata nazionale dedicata al Made in Italy fortemente voluta da Confimi Industria, Confederazione dell’industria manifatturiera italiana, fanno bella mostra anche alcune immagini di aziende che hanno fatto e tutt’oggi contribuiscono a  fare, la storia dei trasporti. Aziende come la mantovana Belleli, storico marchio della caldareria e dell’industria meccanica italiana fondata nel primo dopoguerra, a cui si deve la maxi chiatta per il trasporto fluviale per tutti quei trasporti eccezionali che devono attraversare la pianura padana diretti verso i porti dell’Adriatico  di Chioggia e Marghera. Una  chiatta alla quale stato dato il nome di Mastro Peppe 1895, in omaggio al padre del fondatore del gruppo Tosto di Chieti, capogruppo di Belleli Energy Cpe.  Aziende come la Gatto Trasporti, “partita” nel 1937 con un solo motocarro acquistato da  Ferruccio Gatto, uomo dalle grandi intuizioni. Prima fra tutte quella di creare una rete per offrire servizi di distribuzione verso il sud Italia e le isole.  O, ancora, aziende come la Transfilm creata  nel 1967, nomen omen, per offrire  il trasporto di pellicole cinematografiche.; o la Cam protagonista in diversi settori, dai  veicoli commerciali alle  macchine agricole, dall’aeronautica al  ferroviario, all’ elettronica e all’oleodinamico. Settori che  Cam S.p.A. serve dal 1968, producendo in serie e su commessa componentistica meccanica di media e alta precisione. Senza dimenticare Ferrari Costruzioni Meccaniche, con i suoi  veicoli  per l’orticoltura in attività  da oltre 60 anni: per l’esattezza dal 1961   quando il fondatore, Luigi Ferrari,  avviò a Guidizzolo, in provincia di Mantova,  un’attività che forniva servizi, assistenza e soluzioni tecniche alle piccole aziende agricole. Un’impresa che i figli Francesco e Dario Ferrari hanno poi condotto verso un’espansione globale, oggi conosciuta col nome di Ferrari Growtech. La mostra, allestita nella sede di Confimi in via Tagliamento a Roma, resterà aperta fino al 21 agosto.

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