Camionisti costretti a pagare 300 euro per dormire in cabina. “Ministro De Micheli, lo sa?”

“Camionisti costretti a pagare il loro datore di lavoro, fino a 300 euro al mese, per poter dormire in cabina, sottoposti a ritmi massacranti: fino a 20 ore di lavoro consecutive, niente ferie, a fronte di un’attività delicata e pesante come il trasporto merci. Quello che è emerso a Lodi dall’inchiesta a carico di un’impresa di autotrasporto è impressionante e gravissimo, la Procura di Lodi ha squarciato il velo sulla concorrenza sleale in atto nel nostro Paese da molto, troppo tempo, e contro la quale poco o nulla si sta facendo”.Ad affermarlo è il vicepresidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè, che commentando i risultati dell’inchiesta coordinata a Lodi dal Procuratore Domenico Chiaro che ha visto finire agli arresti domiciliari il titolare di ‘impresa di autotrasporto e denunciati i suoi familiari, ha ricordato come “da anni Conftrasporto chiede controlli severi: ci sono tante di quelle imprese che praticano il dumping sociale che ormai si potrebbe parlare di un segreto di Pulcinella. Attraverso lo sfruttamento degli autisti e l’allungamento dei tempi di pagamento queste realtà, che impiegano perlopiù lavoratori stranieri sottopagati, alterano il mercato penalizzando le aziende che, invece, operano nel rispetto della legge. Chissà se, dopo quanto emerso dagli atti della Procura di Lodi, il ministero dei Trasporti si deciderà finalmente a emanare i costi minimi di riferimento per le attività di autotrasporto: i controlli e le inchieste sono importanti, ma la prevenzione è indispensabile”.

Leggi anche:

Imprenditore  arrestato, costringeva i camionisti a diventare un pericolo per tutti sulle strade

13 risposte a “Camionisti costretti a pagare 300 euro per dormire in cabina. “Ministro De Micheli, lo sa?”

  1. Servizio le Iene, azienda pavese, accertato l’abuso di calamita pagata multa ancora lavora. Azienda di Vignate, due condanne per schiavismo, ancora lavora e anzi si elogia per nuova logistica. Azienda di Calcinate, paga gli autisti a km, lavorano in regola ma lo stress da corsa lo hanno comunque. In questo Paese niente cambia, pagano una multa o cambiano assetto societario e via. Tanto i controlli vengono fatti, come nel caso di questa azienda, dopo 276 incidenti in 7 anni, di cui un mortale. Si facesse come all’estero, che invece di fare i controlli instrada e’ l’azienda che deve portare i dati crono all’ispettorato, non avremmo questi problemi. Ma questo settore fa comodo cosi. Ed e’ inutile interpellare una persona che per quanto a capo del ministero di riferimento, prima commerciava in pomodori…

  2. Certo che ne è a conoscenza, essendo residente in una zona dove il trasporto stradale è molto presente. Forse qualcuno le ha consigliato di non parlarne per far morire la notizia. In ballo ci sono i costi di riferimento per la sicurezza. Elemento che i committenti che di sicurezza parlano e si lavano la bocca nei convegni non ne vogliono sentir parlare. Infatti nonostante gli impegni e ben due pronunciamenti favorevoli di Corte di Giustizia UE e Corte Costituzionale italiana, ancora non si vedono e, ma guarda un po’, hanno fatto un bando di gara per definirli. Chissà chi vincerà?

  3. I dipendenti di un’azienda di autotrasporti causano 276 incidenti in 7 anni, come scrive un signore che sembra particolarmente ben informato e a livello “politico”, di ministero dei Trasporti, nessuno interviene? Non esiste una struttura di controllo per simili cose? Ma tutto l’apparato burocratico del ministero cosa ci sta a fare?

  4. Ministro De Micheli, lei fa parte di un Governo che ha giurato ai cittadini di “voltare pagina, che ha fatto sua la campagna contro la “malaburocrazia”. In nome di tutto questo vorrebbe dire ai cittadini quante persone lavorano per il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti? Giusto per capire, in modo che ognuno possa trarre le proprie conclusioni. In perfetta sintonia con la trasparenza che sono da sempre una bandiera di Pd e 5 Stelle….

  5. Signor Uggé, navigando in Internet ho scoperto che lei ha fatto politica, come sottosegretario ai Trasporti. Non ho il piacere di conoscerla, ma leggendola spesso (apprezzando in particolar modo la sua “penna”) mi sono fatto l’idea che ne capisca, e pure tanto. Vado alla domanda senza perdere tempo: perché non torna a far politica? Penso che sia consapevole più di moltissimi altri che il Paese, oggi più che mai, con al Governo il peggio del peggio che potessimo mai sognarci, abbia bisogno di gente che sa, e soprattutto che sa fare. E chi sa fare dovrebbe fare, in questo momento, un passo avanti. Ps: qualora la ragione per cui non dovesse prendere in considerazione l’ipotesi di tornare a far politica fosse il disgusto per l’attuale classe politica, per dover avere a che fare per una categoria di buoni a nulla, sappia che la comprenderei. Con stima.

  6. Ma la soluzione e’ a portata delle Autorita’ giudiziarie e dei sindacati dei lavoratori. Applicare la legge 286/2005 e azionare la responsabilita’ di filiera, cioe’ chiedere i soldi per tutti questi illeciti ai COMMITTENTI !!! Vedrete quanto si fa presto ad eliminare il trasporto abusivo. Vediamo quanto la ns. societa’ tiene a risolvere il problema dell’evasione, che continua a portare ai massimi livelli il debito pubblico.

  7. Gentile signora Luciana, grazie per le Sue considerazioni che non credo di meritare. Desidero precisare innanzitutto che ho ricoperto il ruolo di sottosegretario per 3 anni e mezzo da tecnico (venni scelto dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che mi propose la carica di sottosegretario chiedendomi nel contempo di non “fare politica” ma di occuparmi dei trasporti. Suggerimento che attuai. Dopo di che ho avuto un’esperienza come deputato (è quasi un proseguimento consuetudinario) chiedendo però di essere inserito nella Commissione trasporti. Cosa che avvenne. Debbo confessarle che non nutro grande stima per la gran parte del mondo politico di oggi. Provo fastidio nel vedere troppi improvvisatori, politici-politicanti, e per di più in buona parte ignoranti, affrontare temi delicati dei quali bisognerebbe avere le conoscenze. Sono stato nelle istituzioni e mi ritengo ancora di esserlo, anche perché recentemente ho ricevuto l’onore di essere insignito dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce, carica onorifica che mi attribuisce un legame con le istituzioni. Vengo alla domanda delicata: anche se la mia natura mi fa senza esitazione propendere per l’attività di rappresentanza sindacale, confesso mi sentirei difficoltà, nel caso di una chiamata, a negare, a prescindere, il mio, anche se modesto, apporto di tornare a ricoprire un ruolo, già svolto. Questo nel superiore interesse del Paese (i trasporti e la logistica sono elemento fondamentale di sviluppo per una economia). Prima dovrei tuttavia consultarmi con le imprese che ho l’onore di rappresentare e che aderiscono al nostro sistema associativo. Sono certo che la richiesta non accadrà mai e quindi è un’ ipotesi che non esiste. Grazie e spero di aver risposto alle Sue domande.

  8. Signor Uggè, mi permetta d’intervenire, da “suo lettore” (non da associato facendo tutt’altro mestiere) nel “piacevole scambio di opinioni” che mi è capitato di leggere. Sono d’accordo con lei: la richiesta non le arriverà. E le spiego anche la ragione (che suppongo lei sappia già ma abbia evitato forse di evidenziare per non infierire…..: perché i “nuovi politici” non potrebbero mai circondarsi di persone che sanno come funziona il settore ma anche come funziona la politica e che li metterebbero prestissimo in ombra, in difficoltà, “vere e proprie “cartine di tornasole” dell’ignoranza di grillini & Co. Perché gente come lei (ne esistono diverse in Italia, basterebbe solo che la politica volesse premiare la meritocrazia e non i “cacciatori” di voti a qualunque costo……) metterebbe sotto la lente d’ingrandimento, ogni istante, l’abissale ignoranza di certi parlamentari, senatori, componenti del Governo…. Per gente come me che ha “vissuto” politicamente la stagione dei Craxi, dei Berlinguer e degli Almirante o, per restare in tema trasporti, di un autentico esperto della materia come l’ingegner Piero Lunardi, ministro (e progettista richiesto in tutto il mondo per affrontare le situazioni più impegnative) il cui posto è stato preso in seguito da persone come il signor Toninelli, ex impiegato di una compagnia di assicurazioni(lavoro assolutamente degnissimo ma che competenze da in materia di ponti che crollano e gallerie che cedono?????) o della signora De Micheli (idem con patate, nel suo curriculum quale esperienze professionali vanta in materia d’insfrastrutture?????). Mi capisce signor Uggè? Questo è un Paese che sulle poltrone dei ministeri, delle camere, per non parlare delle tante commissioni dome piazzare qualche valvassino e valvassore….) ha messo negli ultimi anni persone sempre più squalificate , becere, che si sono buttante in politica per non saper fare altro. Perchè questa è la verità. Roba da voltastomaco. E a pagarne le conseguenze saranno le generazioni che verranno. A meno che chi oggi ha ancora la forza per farlo, non ci metta la faccia e dia il proprio contributo per ricostruire un’Italia credibile. Spazzando questi peones della politica. Ai quali avere un sottosegretario o un viceministro che sappia di cosa parla creerebbe solo una valanga di problemi…..

  9. Gentile Giorgio, come ho detto non ci sarà quella chiamata e le motivazioni mi pare siano state elencate. Comunque i miei dubbi su un eventuale coinvolgimento ed il desiderio invece di continuare a rappresentare, fin che lo vorrà, la categoria che oggi provo a tutelare, con la preferenza assoluta della seconda ipotesi.
    Il ricordo del professor Lunardi con il quale ho avuto l’onore e la fortuna di collaborare mi ha se da un lato fatto piacere, da un altro mi ha costretto a concludere con un “ma come siamo conciati!”. Grazie e saluti.

  10. Va be’ che l’editore è un certo signore, ma è anche vero che proprio quel signore a un certo punto a persone come il signor Uggè ne ha preferite altre, schierando qualche signorina che forse oggi la gente ricorda solo per una sfilata con un vestito che lasciava vedere gran belle forme….

  11. Perdonate l’ignoranza: chi sarebbe la persona di cui parla un lettore “che aveva messo in campo i i centri mobili di revisione e per questo sarebbe stato fatto fuori”. E da chi poi sarebbe stato fatto fuori? Non sono del settore, ma la sicurezza sulle strade, come automobilista, come marito e padre di persone che ogni giorno percorrono strade, vorrei sapere chi e perché avrebbe fatto una simile cosa. Se non altro per non votare più il suo partito (o movimento?) e per attivarmi, da cittadino con un “ruolo civile” per far conoscere simili porcherie. Grazie per l’informazione che vorrete darmi.

  12. Non essendo del settore non può saperlo. Fatto fuori” è un termine colorito ma che dà il senso dell’avvenuto. Era quel sottosegretario che aveva fatto partire i centri di revisione mobili con un programma che prevedeva un centro ogni provincia (si sarebbero pagati da soli). Di fatto i “nani e le ballerine” hanno operato perchè nelle ricandidature nel 2008 lui fosse messo in una posizione che non sarebbe potuto essere eletto. Il perchè è intuibile. Chi avrebbe potuto sostenere un confronto con lui sui temi del trasporto tra quelli che hanno redatto le liste? Quindi per non fare la figura degli ignoranti hanno approfittato della delega che il leader aveva loro assegnato e lo hanno candidato in una posizione che non gli avrebbe consentito di essere eletto. Mi risulta poi che vi sia stata la sua rinuncia comunicata il giorno dopo che si è reso palese l’inghippo. Quanto dico me lo ricordo perchè il 23 marzo lui scrisse un articolo titolato: Torno a casa! Avrà compreso che conosco bene quel “trombato” essendo aderente alla federazione della quale è presidente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *