Ancma: “Il dopo epidemia viaggerà sempre più su due ruote, ma perché avvenga serve una spinta”

Forse non è vero, come invece afferma un detto popolare fra i motociclisti, che esistono due categorie di uomini: quelli che guidano una moto e quelli che vorrebbero farlo. È però molto probabile che la seconda categoria sia destinata ad aumentare considerevolmente con il ritorno in strada dopo il lockdown , destinato a essere “ragionevolmente contraddistinto da un nuovo protagonismo delle due ruote a tutto tondo nella mobilità individuale, soprattutto nei grandi centri urbani”. Parola di Paolo Magri, presidente di Confindustria Ancma, l’Associazione nazionale ciclo motociclo e accessori, che alla vigilia della “ripartenza” con la fase 2 ha invitato il Governo a sostenere “quelli che vorrebbero farlo”, chiedendo che forme d’incentivo all’acquisto di carattere economico o fiscale siano previste anche per ciclomotori e moto”. Una richiesta avanzata commentando le prime anticipazioni sulle misure allo studio per favorire l’acquisto di biciclette tradizionali e a pedalata assistita e ribadite alla luce del fatto che “sul piatto ci sono già 255 milioni di euro, ancora inutilizzati, per sostenere le misure dal ‘Decreto Clima’, che prevedono contributi fino a 1500 euro per l’acquisto di bici tradizionali ed e-bike a fronte di una rottamazione di veicoli più inquinanti”. “Alla luce di questo stanziamento e delle positive intenzioni dell’esecutivo, confermate anche dal ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli”, ha affermato Paolo Magri, “crediamo sia necessario armonizzare le misure e prevedere un piano strutturale di incentivazione all’acquisto sul breve periodo in grado di valorizzare le caratteristiche di tutta la mobilità su due ruote: distanziamento sociale, maggiore sostenibilità ambientale, maggiore velocità di percorrenza e facilità di parcheggio, predisposizione all’intermodalità e minore impatto sul traffico urbano”. Una spinta al mondo delle due ruote per costruire una nuova cultura della prevenzione contro possibili nuove epidemie, ma anche per far ripartire un settore letteralmente “appiedato” dalla crisi, al quale settimane di chiusura hanno letteralmente “sgonfiato” i fatturati. “Con le ultime settimane segnate dal blocco della rete di vendita, il mercato di aprile delle due ruote chiude con un netto e atteso meno 97 per cento sullo stesso mese dell’anno scorso, mentre i primi quattro mesi del 2020 fanno segnare un meno 47per cento su base annua”, spiega sempre Paolo Magri, sottolineando come “ di fronte a questo prevedibile e preoccupante azzeramento del mercato nel periodo di massima vendita, questo settore industriale e la sua filiera debbano essere aiutati o altrimenti saranno a fortissimo rischio. Per questo torniamo a chiedere all’esecutivo e al ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli, che vengano previsti subito incentivi all’acquisto al fine di sostenere la domanda di tutte le due ruote in un mercato che vive di forte stagionalità e che proprio per questo, a differenza di altri, non riuscirà a recuperare i volumi persi nel lockdown”. L’ultima richiesta riguarda l’apertura dei punti vendita delle due ruote a pedale -ancora chiusi mentre scriviamo -, perché, afferma il presidente di Confindustria Ancma, “è oggettivamente difficile immaginare una mobilità della ripartenza contraddistinta da un maggiore ricorso all’utilizzo delle due ruote con i negozi di biciclette ancora chiusi”.  

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