Logistica, Confetra chiede una svolta: qualcosa si muove, ma resta molto da fare

“Credo che oggi possiamo dire ‘eppur si muove’. Ma resta ancora molto da fare, serve uno scatto di reni, una terapia d’urto al cuore del problema”. Lo ha detto il presidente di Confetra, Nereo Marcucci, parlando del sistema della logistica alla 70ª assemblea della Confederazione dei trasporti e della logistica. Marcucci ha spiegato che “lo Stato non può continuare a intermediare con la tassazione il 50 per cento del Pil. Bisogna liberare risorse per investimenti, consumi, crescita e occupazione”.

“Diamo atto al Governo di aver avviato l’ammodernamento del modello di governance dei porti e il rilancio del cargo ferroviario insieme allo sviluppo dell’intermodalità e alle semplificazioni dello sportello unico, ma è sempre più necessario un vero e proprio piano industriale finalizzato a riposizionarci tra i Paesi leader della logistica europea”, ha detto Marcucci. “Il contesto nel quale facciamo impresa non aiuta. La pressione fiscale è intollerabile e la spesa pubblica non è giustificata dal livello dei servizi erogati”, ha evidenziato il presidente di Confetra, avvertendo che “il combinato delle varie disfunzioni è la corda che impicca il sistema logistico, non aiuta le nostre imprese ad essere più competitive e quelle manifatturiere ad esportare di più”. I dati diffusi da Confetra mostrano come il settore sia passato dal 1946 a oggi da 1 a 165 milioni di tonnellate attraverso le Alpi e da 15 a 500 milioni di tonnellate movimentate nei porti, ma da una comparazione con i competitors europei in realtà il settore ha perso terreno e occasioni.

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