Più ferrovia e meno strada sotto le Alpi. Il Senato dà il via libera alla Convenzione

Il Protocollo di attuazione della Convenzione per la protezione delle Alpi  nell’ambito dei trasporti è una realtà.  Il Senato ha infatti approvato il provvedimento, il cui esame era stato sospeso per mancanza del numero legale nella seduta del 7 agosto scorso, che tende a favorire il passaggio del sistema di trasporto, nell’ambito dell’arco alpino, dalle infrastrutture stradali alle infrastrutture ferroviarie. Il Senato ha anche approvato un ordine del giorno che impegna il Governo a salvaguardare i lavori in corso per i collegamenti stradali con gli altri Paesi firmatari il Protocollo. Preoccupazioni per i danni economici e infrastrutturali derivanti all’Italia dalla firma del documento sono state espresse dalla Lega Nord, da Coesione Nazionale e da diversi senatori del Popolo della Libertà che hanno votato contro la ratifica. La maggioranza favorevole al provvedimento ha sottolineato invece che il Protocollo, collegato alle nuove reti transeuropee, non vieta la costruzione di nuove autostrade nel territorio nazionale. Nell’atto di approvazione è sottolineato come il Protocollo di attuazione della Convenzione per la protezione delle Alpi, sottoscritto a Lucerna il 31 ottobre 2000 sia volto “a salvaguardare l’ecosistema naturale delle Alpi e a promuovere lo sviluppo sostenibile dell’arco alpino, tutelando gli interessi economici e culturali delle popolazioni residenti nei Paesi aderenti”, e come “la strategia generale della politica dei trasporti miri ad attuare una gestione razionale e sicura dei trasporti tramite una rete di trasporti integrata, coordinata e transfrontaliera tendente a favorire il passaggio del sistema di trasporto dalle infrastrutture stradali a quelle ferroviarie, cosa che risponde all’esigenza di un efficientamento logistico del  sistema trasportistico oltre che all’abbattimento dell’inquinamento ambientale”. Premesso tutto questo, e “rilevato, nondimeno, l’impegno dell’Italia a favorire la realizzazione delle necessarie opere infrastrutturali di collegamento alle reti transnazionali, nel rispetto delle politiche di sostenibilità ambientale e del coinvolgimento dei territori interessati”, e ancora che ” il miglioramento delle opere ferroviarie si rende necessario alla crescita della nostra economia, le cui esportazioni sono per il 70 per cento dirette verso i Paesi europei, attraverso tutti i valichi per l’Europa”, il Senato impegna il Governo “ad adottare le necessarie iniziative volte a rafforzare l’interpretazione prevista all’articolo 11 del Protocollo, mirante a salvaguardare l’iter già in atto per i lavori attualmente in corso ai collegamenti stradali in essere tra l’Italia e i Paesi firmatari”.

6 risposte a “Più ferrovia e meno strada sotto le Alpi. Il Senato dà il via libera alla Convenzione

  1. Ecco quello che ci aspetta se nelle prossime elezioni gli ambientalisti saranno al Governo direttamente o tramite i partiti a loro vicini. Colleghi questa non è politica politicante ma un nostro interesse. Il Parlamento aveva nei mesi scorsi approvato la ratifica della Convenzione delle Alpi escludendo il protocollo trasporti, sottoscritto nell’anno 2000 dal ministro dei trasporti PierLuigi Bersani. La ragione l’ha spiegata più volte e molto chiaramente il presidente della Fai, unico dirigente delle associazioni a combattere questa battaglia. Con quel protocollo l’Italia se dovesse decidere di realizzare una infrastruttura nel sistema alpino a di adduzione all’arco alpino dovrebbe sottostare al preventivo benestare che deve essere espresso dai Paesi che stanno a nord delle Alpi e nostri concorrenti. Purtroppo, grazie a un disegno di legge presentato da deputati della sinistra ed ambientalisti, al Senato è passato un disegno di legge con un solo articolo che invece ratifica il protocollo trasporti. E’ pur vero che i senatori Luigi Grillo, Bonfrisco, Gallo, Izzo e Camber hanno ottenuto l’accettazione di alcuni ordini del giorno che ribadiscono la necessità di “tener conto delle peculiarità delle esigenze dei settori produttivi” ma ben conosciamo il valore degli ordini del giorno. In Francia quando hanno ratificato il protocollo trasporti hanno approvato un atto aggiuntivo che garantisce gli interessi del Paese. Perchè non si è voluto inserire un emendamento al disegno di legge di ratifica? Perchè le sinistre ecologiste lo hanno impedito. Speriamo che la Camera riesca a bloccare ancora questo grave errore. Intanto che nessuno si dimentichi che il nostro settore verrà penalizzato se gli ambientalisti e i partiti di sinistra vinceranno le prossime elezioni. Non dimentichiamocelo. Con questa approvazione hanno dimostrato cosa intendono fare.

  2. Ma cosa vuole questo difensore a oltranza dei camionisti. Togliamolo dalle strade e avremo meno morti. Le merci devono viaggiare su ferrovia e le Alpi devono essere tutelate.

  3. Ma dove sono i rappresentanti della committenza? Quelli che chiedono maggior competitività. Lo sanno che con questo obbrobrio ecologista le merci italiane, quindi quelle che loro producono, saranno penalizzate? Questa è una battaglia che non è del trasporto ma di tutti gli operatori economici che invece tacciono.

  4. Luigi ma ancora non hai capito che i nostri imprenditori altro non sono che uomini della finanza che hanno spostato i loro sistemi produttivi all’estero e se ne fregano (almeno quelli che comandano) se le difficoltà per le merci italiane aumentano. Loro gli stabilimenti e la produzione l’hanno già da tempo spostata in Paesi che non devono attraversare le Alpi. Possibile che non lo hai ancora capito?

  5. Il Governo dei tecnocrati ha colpito ancora. Senza alcuna investitura popolare e fregandosene degli interessi nazionali, a loro sta a cuore la grande finanza e le banche. Di chi lavora o dei piccoli operatori se ne fregano. Speriamo di mandarli a casa presto. Altro che dopo Monti ancora Monti.

  6. Ma la Lega e il Pdl cosa hanno fatto per impedire questa decisione demenziale? Hanno fatto finta o si sono battuti? Per impedire la ratifica del protocollo trasporti?
    Renzo

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