Col nuovo sistema di comunicazioni europee il Sud Italia resterà isolato

“Col nuovo sistema di comunicazioni il sud Italia resterà isolato dal resto d’Europa”. A lanciare l’allarme, con una lettera inviata al presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, è stato il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo che ha voluto così mettere nero su bianco (perché nessuno domani possa dire: “io non sapevo”, “nessuno mi aveva avvertito”….) il reale pericolo che l’Italia meridionale possa restare isolata dal resto d’Europa.

Una lettera che è allo stesso tempo una denuncia e una richiesta d’aiuto affinchè, scrive Raffaele Lombardo, “venga fatto qualcosa per scongiurare questo pericolo”. Un pericolo reale, incombente, che si cela tra le righe del progetto di bilancio comunitario per il 2020 presentato a Bruxelles, progetto che prevede per l’Italia meridionale una radicale rivisitazione dell’assetto del sistema di comunicazione. La Commissione propone infatti di cancellare il vecchio Corridoio 1 Berlino – Palermo, per sostituirlo con un nuovo Corridoio 5 Helsinki – La Valletta. Una proposta che oltre a penalizzare quella che dovrebbe diventare la piattaforma logistica europea più avanzata nel Mediterraneo, si aggiunge alla decisione già annunciata di rivedere l’ammontare dei finanziamenti (riducendoli) per la Tav. Penalizzazioni  che riguardano la mobilità delle merci e che pesano come macigni sul mondo dell’autotrasporto italiano e, dunque, su tutta l’economia del nostro Paese, costretto a fare i conti, per l’ennesima, con una serie di ostacoli messi sul suo cammino. Una serie di ostacoli sul percorso della nostra competitività  che, sommati uno all’altro, appaiono perfino sospetti. Quasi ci fosse un piano, una strategia messa in atto da altri Paesi europei per penalizzare l’Italia, per chiuderla in un angolo (approfittando anche delle divisioni presenti tra le forze politiche di maggioranza e opposizione), e magari metterla al tappeto, come la Grecia, e poi correre a fare “shopping” nel Belpaese. Ovviamente a prezzo di saldo.

Fantapolitica? Può darsi. Di certo la politica italiana dovrebbe occuparsi in modo reale, concreto, delle continue penalizzazioni introdotte sulle scelte che riguardano la mobilità e che appaiono evidenti agli occhi di tutti. Ai rappresentanti di Conftrasporto è apparso subito chiaro, così come è apparso al presidente della Regione Lombardia, che il  documento elaborato dalla Commissione, modificando  radicalmente  l’asse di scorrimento del traffico di merci e passeggeri (che non si muoverebbe più secondo la direttrice nord – sud, ma che a Napoli interromperebbe il suo percorso naturale verso il confine meridionale d’Europa per deviare verso Bari e, da qui, via marea  a La Valletta, a Malta) rappresenterebbe un danno incalcolabile per il nostro Paese. Apparirà altrettanto chiaramente ai nostri politici?

Paolo Uggé (vicepresidente nazionale di Confcommercio, consigliere del Cnel e presidente nazionale di Fai Conftrasporto).

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