Con la fine degli incentivi crolla
il mercato dell’auto: -15,65%

Si sapeva che, con la fine degli incentivi, il mercato dell’auto avrebbe subito un pesante ridimensionamento. Ma i numeri, diffusi proprio in questi giorni dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sono impietosi. Ad aprile nel nostro Paese ci sono state 159.971 immatricolazioni di auto, il valore più basso dal 1996, con un calo del 15,65 per cento rispetto ad aprile 2009. E se le vendite sono calate di 30mila auto, ancora peggiore è il bilancio degli ordini (-45mila). Il crollo è ancora più pesante per chi aveva sfruttato al meglio gli incentivi. Come il gruppo Fiat, che nel mese scorso segna un calo di immatricolazioni del 26,2 per cento: ad aprile del 2009 furono immatricolate 66.651 auto, quest’anno sono state solamente 49.159. In calo anche la quota di mercato che ora rappresenta il 30,73 per cento; lo scorso anno era al 35,15 per cento. Tra i singoli marchi del gruppo del Lingotto regge Lancia, che contiene la flessione dei volumi al 13,26 per cento e aumenta la quota di mercato fino al 4,95 per cento (era al 4,82 per cento). Male Alfa Romeo, con 3.674 macchine immatricolate (-34,36 per cento).
Soffre anche Ford, leader degli importatori esteri in Italia, che accusa una flessione delle vendite del 27,93 per cento (14.202 unità), mentre fanno registrare crescite significative sul 2009, come nota il Centro Studi Promotor, marche che avevano beneficiato marginalmente o non avevano proprio beneficiato degli incentivi. È il caso delle tedesche di lusso Bmw (+6,50 per cento) e Mercedes (+7,01 per cento). Il quadro delineatosi in aprile, osserva Csp, appare decisamente preoccupante anche in base all’inchiesta svolta con i concessionari, con il 65 per cento degli interpellati che dichiara di attendersi vendite in ulteriore diminuzione nei prossimi mesi e il 71 per cento che prevede un calo della remuneratività del business.
Proprio i concessionari, tramite Federaicpa, lanciano un grido d’allarme relativo allo scenario occupazionale delle aziende del settore che rappresentano il 6 per cento del Pil e danno lavoro a circa 178mila persone. Federaicpa sottolinea inoltre che la flessione di aprile è ben più drammatica perché se si analizza solo la vendita a privati, non ‘inquinata’ dalle chilometri zero, la stessa ha registrato un dato vicino al -30 per cento. L’Unrae, l’associazione che raduna le case estere operanti in Italia, osserva come la flessione di aprile “sia il primo concreto esempio di quel che ci attende nei mesi a venire in termini di immatricolazioni”. Soprattutto – nota l’Anfia-Associazione nazionale filiera industria automobilistica – il futuro si profila buio per “le alimentazioni alternative – rispetto alle quali la filiera automotive italiana è leader mondiale a livello produttivo, interrompendo così quel circolo virtuoso che ha consentito di triplicarne la quota di mercato nel 2009 (22 per cento contro 7,2 per cento nel 2008)”.
Secondo l’Unrae il recupero della domanda di nuove automobili può avvenire attraverso due azioni fondamentali: da una parte politiche strutturali di rinnovo del parco e dall’altra una sostanziale revisione dell’approccio tra fisco e automobile.

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