Soffre anche Ford, leader degli importatori esteri in Italia, che accusa una flessione delle vendite del 27,93 per cento (14.202 unità), mentre fanno registrare crescite significative sul 2009, come nota il Centro Studi Promotor, marche che avevano beneficiato marginalmente o non avevano proprio beneficiato degli incentivi. È il caso delle tedesche di lusso Bmw (+6,50 per cento) e Mercedes (+7,01 per cento). Il quadro delineatosi in aprile, osserva Csp, appare decisamente preoccupante anche in base all’inchiesta svolta con i concessionari, con il 65 per cento degli interpellati che dichiara di attendersi vendite in ulteriore diminuzione nei prossimi mesi e il 71 per cento che prevede un calo della remuneratività del business.
Proprio i concessionari, tramite Federaicpa, lanciano un grido d’allarme relativo allo scenario occupazionale delle aziende del settore che rappresentano il 6 per cento del Pil e danno lavoro a circa 178mila persone. Federaicpa sottolinea inoltre che la flessione di aprile è ben più drammatica perché se si analizza solo la vendita a privati, non ‘inquinata’ dalle chilometri zero, la stessa ha registrato un dato vicino al -30 per cento. L’Unrae, l’associazione che raduna le case estere operanti in Italia, osserva come la flessione di aprile “sia il primo concreto esempio di quel che ci attende nei mesi a venire in termini di immatricolazioni”. Soprattutto – nota l’Anfia-Associazione nazionale filiera industria automobilistica – il futuro si profila buio per “le alimentazioni alternative – rispetto alle quali la filiera automotive italiana è leader mondiale a livello produttivo, interrompendo così quel circolo virtuoso che ha consentito di triplicarne la quota di mercato nel 2009 (22 per cento contro 7,2 per cento nel 2008)”.
Secondo l’Unrae il recupero della domanda di nuove automobili può avvenire attraverso due azioni fondamentali: da una parte politiche strutturali di rinnovo del parco e dall’altra una sostanziale revisione dell’approccio tra fisco e automobile.