Ragazza muore in un incidente, la famiglia riceve la fattura per la rimozione del corpo

È una storia drammatica figlia della burocrazia e probabilmente dell’ottusità di qualche passacarte quella raccontata da Il Giornale e relativa alla giovane vittima di un incidente stradale. Maria Dorotea Di Sia ha perso la vita nel maggio scorso nella sua Puglia, aveva solo 26 anni. Dopo quattro mesi, la famiglia della ragazza ha ricevuto una fattura per le spese di rimozione del cadavere. Come spiegano i genitori in una nota riportata da Il Giornale, sul luogo dell’incidente è giunta la polizia municipale che “in piena autonomia decideva di rivolgersi ad un’agenzia funebre per la rimozione del corpo della povera ragazza che veniva portata all’obitorio dell’ospedale di Bisceglie distante un chilometro dal luogo dell’incidente, anziché farla trasportare dal servizio mortuario dell’ospedale”. Continua a leggere



Si schianta in auto mentre fa sesso con la moglie: lei muore, lui finisce in carcere

Prima il concerto, poi quella follia in auto, un rapporto sessuale con il veicolo in corsa. È finita in tragedia l’avventura di una coppia residente nel Sud della Florida. Matthew Notebaert, il marito 30enne, è finito dietro le sbarre. La moglie Amanda è morta. Un dramma che ha coinvolto direttamente anche i due figli della coppia di 9 anni e 7 mesi. Quello che all’inizio sembrava solo un incidente stradale si è rivelato un’incredibile atto di follia della coppia: l’uomo è stato infatti trovato semivestito nell’auto, così come la moglie, nuda dalla vita in giù.  Continua a leggere



Muore in moto come il figlio. Nel 2000 aveva salvato la vita a una ragazza

Massimiliano Elli, 47 anni, assistente di polizia in servizio al reparto Prevenzione e Crimine della Questura di Reggio Emilia, è morto l’altro giorno in seguito alle ferite riportate in un pauroso incidente stradale mentre era in sella alla sua moto sulle colline del Modenese. Aveva deciso di andare a fare un giro con la sua moto di grossa cilindrata, quando a Sassuolo, dopo aver perso il controllo del mezzo, è andato a sbattere violentemente contro un furgone. Morto dopo un disperato tentativo di soccorso anche l’autista di questo secondo mezzo.  Continua a leggere



Cane randagio tagliò la strada al centauro, i familiari chiedono i danni al Comune

Può essere un’amministrazione pubblica, in questo caso il Comune, responsabile di un incidente stradale? La risposta è naturalmente sì, ma la colpa va anche dimostrata. E non sarà così immediato dimostrare per i familiari di un motociclista 28enne, morto nel 2007 in seguito a un incidente stradale avvenuto nel Foggiano, la responsabilità del Comune di Sciacca, in Sicilia.  Continua a leggere



Passa con il rosso, ma il semaforo è rotto. Il Comune deve pagare 2,4 milioni di euro

Il conto è arrivato a 29 anni di distanza. Ed è decisamente salato. Il Comune di Bergamo dovrà pagare 2,4 milioni di euro per un incidente stradale che si è verificato nel novembre 1982. Come spiega il quotidiano L’Eco di Bergamo, “una Peugeot proveniente da viale Vittorio Emanuele e diretta verso Porta Nuova attraversa l’incrocio con le vie Tasca-Petrarca con il rosso. Solo che la lanterna del semaforo è rotta, da due giorni, e il conducente non si avvede quindi del segnale rosso”.  Continua a leggere



Bimba bloccata in auto per due giorni accanto al padre morto nell’incidente

È sopravvissuta per due giorni, intrappolata nell’auto del padre, morto sul colpo dopo un incidente automobilistico. Ma lei, una bambina di soli nove anni, è riuscita a sopravvivere tra le lamiere fino all’arrivo dei soccorsi. L’episodio è avvenuto a Cove City, in North Carolina. La tragedia risale alla sera di venerdì, quando il padre della bambina, Douglas Landon, 39 anni, alla guida di una Chevrolet Montecarlo del ’95 è uscito fuoristrada, probabilmente a causa dell’alta velocità, perdendo la vita e riducendo la macchina in un ammasso di lamiere. Malgrado l’impatto violentissimo, la piccola Jordan Landon, seduta nel sedile posteriore, ha riportato solo piccole ferite. Ma ha dovuto fare i conti con gli spazi enormi dell’America. Continua a leggere



Frena alla vista dell’autovelox, morti due motociclisti in provincia di Venezia

Ci sarebbe una frenata improvvisa, probabilmente per evitare una multa presa con l’autovelox, alla base di un incidente stradale che sabato pomeriggio è costato la vita a due motociclisti a Noale, in provincia di Venezia. I due viaggiavano nella stessa direzione di marcia, uno dietro l’altro quando all’improvviso il primo motociclista avrebbe frenato di colpo: l’altro gli è finito addosso e i due uomini sono caduti dalle moto finendo contro un albero al lato della strada. Continua a leggere



L’autista scrive alla 19enne morta: “Sono distrutto. Ho frenato, ma niente”

Una vita troncata a 19 anni sulla strada, un’altra vita segnata per sempre. Il dramma si è consumato la scorsa settimana a Firenze. Uno scontro fatale tra un autobus della Sita (società del gruppo Ferrovie dello Stato che effettua il trasporto pubblico su gomma in diverse regioni d’Italia) e una Toyota Yaris. Per Benedetta, la ragazza che era alla guida dell’utilitaria, non c’è stato scampo. E ora Alessandro, l’autista della Sita, scrive sul portale della “Nazione” una struggente lettera a chi purtroppo non potrà mai leggerla. Continua a leggere



Cantiere pericoloso in autostrada, dirigenti condannati per omicidio

Il tribunale di Lucca ha condannato tre dirigenti della società Autostrade a un anno e otto mesi di reclusione per omicidio colposo per un incidente stradale avvenuto il 7 gennaio 2007 all’altezza di un cantiere sull’A11, ad Altopascio (Lucca). Quattro le vittime, fra cui due bambini e la loro madre. Le accuse ai tre dirigenti riguardano la pericolosità del cantiere. Quel giorno Andrea Quercetelli, commercialista, stava rientrando con la famiglia da una vacanza. L’auto arrivò all’altezza del cantiere a velocità troppo alta: sbandò, si rovesciò e andò a sbattere su un’auto che stava sopraggiungendo. Continua a leggere



Parcheggia in divieto di sosta, condannata per omicidio colposo

È stata condannata per concorso in omicidio colposo una donna che il 16 luglio 2009 a Milano aveva parcheggiato la propria auto in divieto di sosta. Il gup Luigi Varanelli le ha inflitto sei mesi di reclusione per aver contribuito, impedendo la visuale, a provocare la morte di un motociclista di 29 anni, investito da un’altra auto che non aveva rispettato la precedenza. Continua a leggere



Ucciso da un guard rail pericoloso, la Cassazione condanna l’Anas

La Terza sezione civile della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6537/11, ha stabilito che l’Anas è responsabile (e dunque obbligata al risarcimento) nel caso in cui una pertinenza o una barriera di protezione pericolosa provochi un incidente stradale grave o mortale. “Il caso specifico – citato dal portale www.vivereinarmonia.it in un articolo di Massimiliano Perna – riguardava la triste fine di un uomo il quale, percorrendo una strada provinciale gestita dall’Anas, era rimasto ucciso a causa dell’impatto con un guard rail sporgente che aveva squarciato l’abitacolo della sua autovettura”. Continua a leggere



Ubriachi alla guida, il nuovo Codice prevede lavori socialmente utili

Che la notizia esca dopo il drammatico investimento di Lamezia Terme, con sette ciclisti uccisi da un automobilista drogato è un caso. Però, la riforma del Codice della strada prevede che chi è sorpreso al volante con un tasso alcolico superiore a 0,5 l/g può vedersi commutata la propria pena con un lavoro socialmente utile non retribuito, al fine di ottenere una sospensione della patente più breve o evitare una multa troppo salata. Questo avverrebbe, infatti, al posto della pena detentiva da 6 mesi a 1 anno o quella pecuniaria da 1.500 a 6.000 euro. Un’idea che incontra qualche parere favorevole, ma che lascia molte perplessità sull’effettiva efficacia. Continua a leggere



La strage di Lamezia, è giusto
che l’omicidio sia solo colposo?

Gli avevano ritirato la patente sette mesi fa per un sorpasso in curva che, solamente per un colpo di fortuna, non aveva provocato gli stessi drammatici danni che ha invece fatto ieri. Sette ciclisti uccisi a Lamezia Terme da una Mercedes lanciata a folle velocità da Chafik El Ketani, un marocchino di 21 anni, risultato alla guida sotto l’effetto di cannabis, a cui era appena stata ridata la patente. Una strage che ha sconvolto tutta Italia e che ha provocato numerose reazioni. “Dopo questa mattanza e con queste modalità assurde, dobbiamo avere il coraggio di rivedere e riscrivere il reato di omicidio colposo determinato da veicoli”, ha detto il senatore della Lega Nord, Sandro Mazzatorta. “Le procure di solito applicano il dolo eventuale, dunque non intenzionale, ma purtroppo la giurisprudenza è molto rigorosa e viene derubricato da omicidio doloso a omicidio colposo”. Continua a leggere



India, camion esce di strada:
ci sono 38 morti e 37 feriti

Spesso ci lamentiamo dei mezzi pubblici italiani, ma nel resto del mondo ci sono situazioni paradossali, caratterizzate da assoluta mancanza di sicurezza. A volte possono fare sorridere le foto dei camion indiani carichi di persone o di merci all’inverosimile. Non farà invece sorridere questa immagine dell’Associated Press di un camion sottosopra, di morti e di tentativi di mettere in salvo i feriti. Il camion veniva utilizzato in un’area rurale a Nord dell’India per il trasporto pubblico. Continua a leggere



Presidente Napolitano, perché ci sono morti sul lavoro di serie B?

Di lavoro si muore. Sempre più spesso in incidenti sul lavoro e sempre più spesso se di lavoro si fa il camionista, una professione rischiosa, soprattutto su strada intasate dal traffico come molte strade italiane. Un lavoro ad alto rischio, come testimonia la tragica fine, avvenuta nei giorni scorsi, di due  camionisti di Lecce travolti da due auto dopo che erano scesi dal tir in seguito a un tamponamento lungo la corsia sud dell’autostrada A14, nel tratto all’altezza di Gradara, in provincia di Pesaro-Urbino, e di un camionista investito sulla A1 poche ore più tardi, vicino a Modena. Ma l’elenco dei camionisti vittime della strada è lunghissimo. “Vittime del lavoro che però continuano a  non essere riconosciute tali, a essere colpevolmente dimenticate”, denuncia Doriano Bendotti, esponente della direzione nazionale delle Fai, la federazione degli autotrasportatori italiani, chiedendo al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano “che i camionisti rimasti vittime di incidenti, mentre guidavano e dunque lavoravano, vengano riconosciute come morti bianche”. Continua a leggere