L’Italia che lavora ha le capacità per volare, ma chi non vuole le infrastrutture le tarpa le ali

Per raggiungere l’obiettivo della crescita occorrono due ali, innovazione e infrastrutture, più un motore che è la riforma fiscale”. Con queste parole il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli ha affrontato, in occasione dell’assemblea nazionale dell’associazione, i temi della crescita sintetizzandone al massimo la “ricetta”. Puntando l’attenzione in particolare su due “ingredienti”: i trasporti e la logistica, decisivi ma bisognosi di interventi strutturali e di una strategia europea integrata per l’accessibilità che non può che passare attraverso il completamento del disegno delle reti prioritarie del trasporto. Occorre dunque, come Conftrasporto Confcommercio ha detto più volte, abbandonare la politica dei troppi no e le tecniche del rinvio attraverso lo strumento delle verifiche sui costi e benefici.In questo anno di esecutivo si è tentato di tutto e i risultati negativi sono, ahinoi, sotto gli occhi di tutti. Citare la Tav, la gronda di Genova e il Terzo valico sarebbe già sufficiente. Qual è stata la conseguenza di questi ritardi? La tragedia del ponte Morandi ha un’origine ben precisa, che si chiama Gronda di Genova. A questa si è aggiunto, in questi giorni, l’incidente che si è verificato sul canale della Giudecca dove un gigante del mare ha travolto un traghetto, e che poteva avere effetti devastanti. Una tragedia scampata, a detta dell’ex ministro per l’Ambiente Corrado Clini. Entrambi gli episodi appaiono legati all’azione che ha portato alle inutili verifiche sui costi -benefici che già erano stati effettuati più volte. La tragedia avvenuta col crollo del Ponte di Genova e quella scampata a Venezia si potevano evitare, ma si è preferito per entrambe rinviare e rallentare per le verifiche disposte dal ministro competente. Così non si danno le “ali” alla crescita. Soprattutto se si pensa a ciò che succederà nei prossimi mesi con in programma lavori di manutenzione che porteranno alla chiusura del traforo del Monte Bianco e pesanti limitazioni al traffico al Frejus, e con a Est il governo del Tirolo, ben spalleggiato, che ha deciso di ostacolare ancor di più la libertà di circolazione delle merci italiane. Un allarme, quest’ultimo, che Conftrasporto Confcommercio non si stanca di far risuonare nella speranza vi sia un ripensamento rispetto alla linea del non fare. Magari dopo i recenti risultati elettorali, frutto probabilmente di queste scelte figlie della “decrescita felice” si annuncerà la ripresa dei lavori dell’anello di congiunzione del corridoio Mediterraneo, che qualcuno ha volutamente tentato di ridurre a un semplice collegamento di due città (Torino-Lione), e si metterà mano anche allo spostamento delle grandi navi su un canale alternativo già individuato e verificato? L’augurio è che gli addetti ai lavori non si limitino più ad accettare semplici dichiarazioni, seppur roboanti, che potrebbero essere diffuse per dare l’annuncio ma che esigano venga reso noto anche con quali risorse esistenti in cassa si riusciranno a finanziare le opere. La situazione finanziaria del Paese sembra essere sotto osservazione delle Autorità comunitarie. Se quindi si vogliono spostare dalle misure di sussidio a investimenti dovranno essere trasferite risorse dai capitoli e annullati interventi utili solo a incrementare sussidi pubblici. Da ultimo, un’aggiunta alle “ali” ipotizzate dal presidente di Confcommercio: rilanciare il valore del lavoro. Nel solo mondo dell’autotrasporto si cercano 15 mila autisti. Rilanciamo allora il Paese con la cultura del fare e abbandoniamo le illusioni e i preconcetti che dietro l’attività delle imprese possa celarsi solo la corruttela. I corrotti scoperti vengano messi ai margini della società ma chi intende intraprendere deve poterlo fare con la massima libertà e nel rispetto di poche e certe regole. Solo così un Paese può rinascere. Poche, semplici ma fondamentali considerazioni che sono state mostrate in tutta la loro evidenza nei giorni scorsi in occasione dell’inaugurazione del nuovo polo della logistica a Calcio, in provincia di Bergamo, dove imprenditori dell’autotrasporto hanno saputo trasformare l’attività di trasporto iniziata nel 1985 in una attività logistica leader del settore nel quale operano. Questi esempi sono da valorizzare e da far assumere a riferimento da parte dei nostri giovani ma anche dei nostri uomini di governo. Non è per insistere, ma in quella zona stanno incrementando l’occupazione e gli insediamenti perché si è realizzata una delle infrastrutture che si attendeva da tempo, la Bre Be Mi. Con il terminal ferroviario la crescita sarebbe ancor più significativa. 

Paolo Uggé, vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto