Camionisti, imparate a guardare avanti. Eviterete di “scontrarvi” con una brutta pensione

Ci sono aziende di autotrasporto, guidate da imprenditori capaci di guardare  sempre “avanti”,  che ai propri conducenti insegnano la  guida  predittiva, detta anche anticipativa proprio perché  permette di prevedere e anticipare i possibili pericoli su strade e autostrade grazie a un migliore utilizzo del  campo visivo, imparando a utilizzare al meglio i sistemi integrati di  guida assistita   preziosissimi per non essere presi alla sprovvista da situazioni di emergenza che possono presentarsi durante un viaggio. I responsabili di Ebitral, ente bilaterale dei trasporti e della logistica creato dall’unione fra esponenti della Fai, Federazione autotrasportatori italiani, di Bergamo e delle organizzazioni sindacali Filt-Cgil, Fit- Cisl e Uiltrasporti territoriali 

con l’obiettivo di creare un osservatorio permanente per analizzare e risolvere eventuali problemi economici e sociali del settore, a migliaia di giovani conducenti hanno invece deciso d’insegnare a guardare “avanti” per non farli incorrere nel pericolo di ritrovarsi, in età da pensione, in condizioni economiche peggiori di quelle che avrebbero potuto garantirsi. Come? “Grazie alla previdenza complementare , integrando la propria “normale pensione”  attraverso strade diverse”, come spiega Paolo Turani sindacalista della Cgil e consigliere di Ebitral, “seguendo per esempio la strada che consente di “caricare”  il proprio il trattamento di fine rapporto proprio nel “contenitore” della previdenza complementare, nella consapevolezza,  ormai consolidata, che i rendimenti della previdenza complementare sono più vantaggiosi rispetto a quelli dei Tfr non destinati alla complementare. O, ancora,  aggiungendo al Tfr da accantonare un contributo che ogni singolo lavoratore determinerà, a partire da un minimo dell ‘1 per cento della propria retribuzione mensile, senza dimenticare che  inoltre l’adesione alla previdenza complementare comporta anche un contributo obbligatorio da parte del datore di lavoro a favore del lavoratore, di una quota contrattualmente prevista dal Ccnl e che nel caso del contratto trasporti merci e logistica è attualmente di un ulteriore 1 per cento”. Una  speciale “guida predittiva”, quella proposta da Ebitral,  destinata a spalancare gli occhi su un futuro che a moltissimi giovani appare lontanissimo e, di conseguenza, da non prendere in considerazione, come i responsabili dell’ente bilaterale hanno avuto modo di scoprire nel corso di un  recente incontro  organizzato proprio per illustrare l’ offerta welfare riservata alle  giovani generazioni  che “guardano ancora da lontano l’orizzonte pensionistico senza comprendere che invece è una necessità a cui guardare il prima possibile”, come conferma Paolo Turani, “facendosi guidare nel calcolare  il  percorso  contributivo per determinare la futura pensione che interesserà tutta la  vita lavorativa”.  Un percorso che, riassume  il consigliere di Ebitral protagonista dell’incontro con i giovani conducenti e addetti alla logistica, “vede dunque tre componenti destinate a essere “caricate” mensilmente nel “contenitore” della previdenza complementare una volta che il lavoratore ha deciso di aderire:  il Tfr, il contributo del lavoratore e il contributo dell’azienda.  Con protagonista  un fondo pensione,  “Priamo”, scelto per essere associato al Contratto collettivo nazionale di lavoro Merci Logistica, e con all’orizzonte “la possibilità che il rinnovo in corso dello stesso Ccnl   possa  aumentare la quota destinata alla complementare a carico del datore di lavoro”. Ma non è tutto: l’ultimo invito rivolto ai giovani lavoratori che “sbagliando come è normale che sia in un’età i cui si preferisce avere un po’ più di soldi in tasca per godersi la vita, guardano alla propria  pensione come a qualcosa di  lontanissime e, dunque,  di cui non preoccuparsi oggi”, è quello a prendere in esame anche altri vantaggi. “Come per esempio la condizione fiscale che verrà applicata al capitale quando il lavoratore raggiungerà un traguardo pensionistico e che prevede per il capitale versato nella  previdenza complementare una tassazione applicata in sede di riscatto che scende fino al 9 per cento mentre al normale Tfr liquidato dall’azienda la fiscalità applicata è al 23 per cento in tassazione separata”. E, ancora, “la previdenza complementare prevede gli stessi meccanismi di eventuale richiesta d’anticipo stabiliti dalla norma e applicati ai Tfr (70 per cento del capitale per acquisto-ristrutturazione prima casa, spese sanitarie, spese sostenute durante i congedi per maternità-formazione) ma ne aggiunge un’altra che solo la previdenza complementare ha: la possibilità di richiedere il 30 per cento  del capitale senza dover documentare una motivazione particolare”. Tutti validissimi  motivi per i lavoratori più giovani per guardare oggi a quello che sarà un domani (anche se lontano), imparando a prevenire il pericolo di ritrovarsi, più avanti con gli anni, ad affrontare difficoltà economiche  che avrebbero potuto facilmente prevenire ed eliminare, Semplicemente facendosi guidare, grazie a una consulenza gratuita offerta da Ebitral, nel viaggio alla scoperta della previdenza complementare. Info: 035 533119

4 risposte a “Camionisti, imparate a guardare avanti. Eviterete di “scontrarvi” con una brutta pensione

  1. Vergognoso, prima contribuite a creare il problema e poi date l’illusione di risolverlo scaricandolo sull’autista! La pensione sarà ridicola perché gli accordi e i contratti prevedono il calcolo della pensione solo sulla paga base, e non sulle trasferte e straordinari che ricordiamo sono esentasse. Pagassero le aziende i contributi sulle ore totali, io andrei in pensione con una cifra decorosa e rapportata al lavoro effettivamente svolto. Ma alla fine il cliente risparmia, l’azienda se ne approfitta e al solito l’ultimo paga le conseguenze per tutti. Fatevi una pensione integrativa…ma con qualche altro ente.

    • Buongiorno Alessandro, sta quindi affermando che se vi tassassero oggi giorno trasferte andando quindi a foraggiare la futura pensione ma abbassando il netto in busta non si cimenterebbe in commenti polemici sui social?

      • Sto affermando che le pensioni sono basse grazie al sistema di riconoscimento solo della paga base. Il mio netto e’ quello, dovuto e riconosciuto, e’ il sistema che e’ sbagliato. Se mi pagassero tasse e contributi sul totale, avrei una pensione piu’ alta. Nessuna polemica social, ma un semplice dato di fatto. Ma questo sistema di sfruttamento legalizzato fa comodo all’impresa di trasporto, che nel forfait include qualunque cosa. Fa comodo alla committenza, che gioca sui prezzi. Ma ci rimette Stato e dipendente. Grazie anche agli accordi di quelle associazioni di categoria, vergognose, che poi mi vengono a proporre l’integrativa. Prima silenti sulle aziende estere vestite e cabotaggio, ora silenti su coop finte e fatturazioni allegre. Ma la gente si informa e le inchieste vanno avanti. Quando avranno capito che il lavoro e’ un valore e non un costo, sarà tardi e avranno magazzini pieni. Ma camion e muletti fermi. Ed io goo

  2. Intere generazioni del passato sono cresciute con il “valore del risparmio”, con l’educazione a fare la formica e non la cicala. Negli ultimi decenni tutto questo è scomparso con ragazzi e ragazze cresciuti all’insegna del goditi tutto oggi e domani si vedrà. Il problema è che quel domani rischia di essere tristissimo. Per cui ben venga chi “insegna” l’importanza della prevenzione economica.

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