Ma quale mercato unico? I divieti alla libera circolazione sono la prova che l’Ue ha fallito

Il vice presidente esecutivo della Commissione europea Margrethe Vestager, il commissario dei Trasporti Adina Vălean e il commissario per il Mercato interno Thierry Breton: sono loro i destinatari della lettera con la quale i rappresentanti di tutte le principali associazioni di rappresentanza del settore dell’autotrasporto e della logistica e i vertici di Uniontrasporti, braccio operativo del sistema italiano delle Camere di Commercio, hanno voluto ribadire all’Europa il pieno appoggio alla richiesta del Governo italiano, e in particolare del vice presidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini,  di avviare la procedura di infrazione nei confronti dell’Austria a seguito delle limitazioni al transito dei veicoli pesanti imposti unilateralmente lungo l’asse del Brennero. “Le associazioni da anni invocavano un intervento risolutivo della Commissione europea per la disapplicazione dei divieti tirolesi, che minano la libera circolazione delle merci, ledono l’equa concorrenza nell’Unione e che hanno finora prodotto danni diretti e indiretti all’economia italiana per oltre 2 miliardi di euro”, si legge nella lettera che sottolinea una volta di più “la strategicità del corridoio del Brennero per l’interscambio delle merci tra gli Stati membri” e le “criticità e i disagi operativi derivanti dai singoli divieti imposti dal Tirolo”, nonché “le contraddizioni della politica austriaca rispetto alle motivazioni di tutela ambientale che ne sono alla base e che sembrano non sussistere per il traffico con origine e/o destinazione in Tirolo, rivolgendo anche lo sguardo agli impatti sociali negativi che essi generano in termini di sicurezza della circolazione e salute degli autisti”. Conclusione? “L’auspicio è che ora la Commissione europea adotti un parere motivato nel più breve tempo possibile, intimando all’Austria di rimuovere i divieti tirolesi al fine di ripristinare la libera circolazione delle merci e con essa una equa concorrenza nel mercato unico”.

3 risposte a “Ma quale mercato unico? I divieti alla libera circolazione sono la prova che l’Ue ha fallito

  1. Bla, bla, bla….. gli italiani scrivono, gli austriaci vietano e l’Unione europea continua a far finta di niente. Con questa lettera i tre sìgnori citati, e tutto il resto del carrozzone messo in campo per buttare al vento altro denaro, ci si puliscono il fondoaschiena

  2. Scrivono a una commissione europea per un parere, non per avere una soluzione. In quanto la commissione europea, si sappia, non ha nessun potere legislativo o decisionale. Ma solo, diciamo, di consulenza appunto e valutazione. In parole semplici, l’ennesimo carrozzone inutile da mantenere ma evidentemente ancora non compreso della sua inutilità da chi dovrebbe rappresentare la categoria. Ma al solito il problema è chi lo segnala. Non chi lo e’ o chi lo ha creato. Complimenti.

  3. Leggendo certi commenti viene da dire che l’ignoranza molto spesso è presente. Innanzitutto qui non si tratta di lettere bensì di una precisa denuncia avanzata alle Autorità comunitarie che comprendono anche l’Alta Corte di Giustizia.
    Come ho avuto più volte modo di affermare invece di cercare di svilire azioni concrete che vanno nella direzione giusta, forse bisognerebbe pensare a come concretamente rispondere se le Autorità europee dovessero scordarsi dei principi costituivi della Unione europea. Una strada la avremo nei prossimi mesi quando anche il popolo italiano sarà chiamato a esprimersi sul futuro Parlamento europeo. Certo è molto facile dire ma “tanto non cambia nulla”. E’ questo modo di affrontare i problemi che si svilisce il principio fondamentale della democrazia partecipativa. Rifugiarsi nell’indifferenza e in atteggiamenti passivi non produce che un risultato. Coloro che detengono il potere delle scelte (i cosiddetti poteri forti) avranno sempre più campo libero e godranno di questi starnazzi da pollaio che non producono altro che sfiducia. Ma questo è l’errore più grave non certo le critiche costruttive e che ipotizzano soluzioni possibili e condivise.

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