Dallo scorso mese di febbraio il prezzo del carburante è salito alle stelle ma sono aumentati in maniera considerevole anche il costo dei veicoli, quello degli pneumatici, degli additivi. Dunque è assurdo oggi che il Governo continui a mantenere in vigore i valori indicativi di riferimento dei costi di esercizio di un’impresa di autotrasporto per conto terzi, fermi a febbraio scorso e basati sulle stime di gennaio 2022. Non fa decisamente una piega il ragionamento di Anna Vita Manigrasso, presidente nazionale di Assotir, che queste inoppugnabili considerazioni le ha messe nero su bianco su una lettera inviata al ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, alla viceministra con delega all’autotrasporto, Teresa Bellanova e al capo dipartimento della direzione generale per la sicurezza stradale e l’autotrasporto, Mauro Bonaretti chiedendo di procedere alla ripubblicazione dei valori. “Se il valore minimo di riferimento di gennaio era di 1,6 euro al chilometro per un veicolo di massima portata, dobbiamo aspettarci che lo stesso valore oggi sia di molto superiore”, si legge nel documento nel quale la presidentessa dell’ associazione italiana imprese di trasporto sdenuncia a che a chiare lettere come “i termini che la legge prevede per la ripubblicazione dei valori indicativi siano ormai ampiamente superati”, considerato che la legge in materia “ prevede infatti che la pubblicazione dei valori di riferimento dei costi di esercizio dell’impresa di autotrasporto debba avvenire con cadenza trimestrale”. Un ritardo che, spiega ancora Anna Vita Manigrasso, “mette seriamente a rischio l’operatività delle imprese di autotrasporto che, come è del tutto evidente, stanno affrontando una fase di particolare tensione sul versante di costi, privi anche di un elemento di orientamento previsto dalla legge. Il ritardo che stiamo registrando non può essere sottovalutato ed è oggettivamente difficile pensare che il tutto sia dovuto a semplici dimenticanze o eccessi di carico di lavoro del ministero”. “Un ritardo grave e ingiustificabile”, come ha confermato il segretario generale, Claudio Donati “ che nega la realtà e non rende un buon servizio alla trasparenza. Non è queals la via maestra per un rapporto leale tra Stato e imprenditori”.