Ultimo miglio verde, a Bergamo l’autotrasporto ha trovato una possibile strada per farlo partire

“Il “campanone” di Città Alta con i suoi 100 rintocchi durante la dominazione veneta avvertiva dell’imminente chiusura delle porte della città, per mettere al riparo i suoi abitanti, ed è significativo il fatto che oggi possa essere proprio Città Alta a scandire per prima l’ora di una nuova chiusura, altrettanto importante per proteggere la qualità della vita dell’intera città: quella ai mezzi di trasporto più inquinanti. Già, perché proprio il borgo difeso per secoli dalla cinta di mura venete potrebbe essere il “banco di prova “ ideale per sperimentare l’impiego esclusivo di mezzi green, come i furgoni elettrici, per la consegna delle merci nei negozi, nei ristoranti, nei laboratori artigianali delle zone più centrali e trafficate, il primo esempio di “ultimo miglio verde” del nostro territorio”. Giuseppe Cristinelli, presidente della Fai, federazione autotrasportatori di Bergamo, non ha dubbi: Città Alta potrebbe essere il terreno ideale per far germogliare un progetto che la federazione bergamasca sta coltivando da mesi e che spera di poter illustrare presto al sindaco della città, Giorgio Gori, oltre che ai rappresentanti di commercianti e artigiani, di enti e associazioni con i quali la Fai si augura di poter condividere e realizzare l’iniziativa.  Una convinzione che ha con fermato dalle pagine dell’Inserto trasporti allegato al numero di oggi del quotidiano L’Eco di Bergamo, in cui Giuseppe Cristinelli esprime l’augurio di poter presto “valutare tutti insieme alcune possibili strade da seguire individuate dalla federazione: a partire dai possibili punti alla periferia della città dove realizzare una piattaforma logistica nella quale tutti i mezzi pesanti provenienti “da fuori” scaricherebbero le merci destinate poi a proseguire il loro viaggio “dentro la città” su mezzi più piccoli e soprattutto green”, come anticipa Giuseppe Cristinelli, sottolineando come le ipotesi di dove realizzare la piattaforma logistica siano frutto di una “valutazione degli accessi più rapidi ad autostrade e superstrade, con il minor rischio di creare code e ingorghi. “Semplici ipotesi, per ora, ma che rappresentano un concreto punto di partenza se si vuole davvero arrivare a una mobilità sostenibile, approfondendo magari, in un possibile “secondo step”, con commercianti e artigiani i flussi delle diverse merci, la cui analisi è fondamentale per una riorganizzazione dei carichi, accorpando le merci per tipologia, ottimizzando ogni viaggio e contrastando così non solo l’inquinamento dell’aria, ma anche quello acustico. Il mondo dell’autotrasporto è sicuro che, dialogando con tutti, sia possibile mettere in strada nuove iniziative destinate a rivoluzionare il sistema di trasporto merci, risolvendo tanti problemi “a monte”, attraverso una visione d’insieme, e non “a valle”, magari con divieti applicati quando lo smog registra i picchi più alti. La mobilità sostenibile deve partire da una strategia, da una pianificazione…”.