Autotrasportatori pronti a manifestare il 28 aprile in 10 grandi città italiane

Il prossimo 28 aprile in 10 delle maggiori città italiane si svolgeranno altrettante manifestazioni dell’autotrasporto per chiedere al Governo il pieno rispetto degli impegni assunti con la categoria. La decisione è stata presa  dal Comitato esecutivo di Unatras che si è riunitosi a Roma. Secondo i responsabili delle associazioni di categoria in una situazione in cui  costi per le imprese hanno raggiunto dei limiti insostenibili, in primis quello del gasolio, le imprese non possono più attendere l’emanazione del decreto necessario all’applicazione delle sanzioni previste dall’articolo 83 bis, ovvero la legge sui costi incomprimibili per la sicurezza.

“E  altrettanta urgenza”, scrivono i responsabili di Unatras in un comunicato stampa, ” riveste la modifica del calendario dei divieti di circolazione dei mezzi pesanti. Inoltre vanno immediatamente definite le procedure per rendere spendibili al più presto le risorse stanziate a favore degli autotrasportatori”. L’Unatras chiederà un incontro urgente al Governo e solo in caso di una sollecita risoluzione delle questioni ancora  irrisolte si potrà riconsiderare l’avvio delle iniziative decise.

16 risposte a “Autotrasportatori pronti a manifestare il 28 aprile in 10 grandi città italiane

  1. Non è che abbiamo esagerato, abbondantemente passati i 60 giorni concessi, a indire una manifestazione folcloristica dopo altri 30 giorni??? Non è che Monti sarà svenuto dalla paura??? Questi non solo non hanno fissato i criteri per il rispetto dei costi minimi ma manco si sono preoccupati di pubblicali i costi minimi questo mese. Non è che forse sarebbe il caso di prevedere qualcosa di più incisivo ed adeguato alla gravità della situazione??? Che so, “una fiaccolata davanti a palazzo Chigi”???
    Mi sembra che si sia solo voluto prendere tempo senza affrontare i problemi che sono drammatici.

  2. Come sempre non si legge una cosa vera seria, non c’è mai un organizzazione che si prende la briga di essere seria e vera anche stavolta diamo tutto al caso ci fermeremo come sempre è successo, tanto i trasportatori sono una categoria di impreparati e sia il governo sia i clienti sanno che sarà la solita pagliacciata e che tutti riprenderanno a lavorare a prezzi ancora inferiori; non è il governo che ci deve dare aiuti, siamo noi che dobbiamo fare i conti come fanno gli imprenditori e farci pagare il dovuto e chi non li sà fare vada presso un commercialista. Questa è una soluzione per capire e diventare professionisti di categoria, come fanno le aziende. Saluti

  3. Concordo con Roberto, serviva qualcosa di più incisivo, così è solo un altro allungamento dei tempi, senza affrontare di petto i problemi. Anche oggi il gasolio ha avuto l’ennesimo aumento, siamo alla fine di marzo (primo trimestre), ma non ci sono ancora le modalità per il recupero accise e dopo la presentazione della domanda dobbiamo aspettare 60 gg. silenzio/assenso per poter detrarre gli importi. Fate voi i conti, se va bene (ma veramente bene) si recupereranno con gli F24 di giugno, ciò vuol dire avere pagato il gasolio a costi esorbitanti ormai per metà anno. Come si può dare ancora tempo a gente che non ci tiene nella minima considerazione? Come si può lavorare a queste condizioni? Un fermo ci voleva, solo quello può darci visibilità.

  4. Approvo le manifestazioni di Tir lumaca in 10 città italiane, purchè si passi anche a Roma sotto la sede del TAR del Lazio che dovrà decidere sui costi minimi…

  5. Il problema caro Franco,sono le ditte per le quali la manutenzione dei mezzi è un optional, che hanno sedi all’estero o lavoratori interinali esteri ma che guidano automezzi in Italia e che pagano gli autisti secondo le tariffe in vigore in quel Paese e pertanto non avendo i nostri costi possono trasportare al di sotto dei costi minimi. Oppure le case di spedizione.E questi sono solo due esempi di perchè noi richiediamo un controllo sull’applicazione della legge, non perchè non sappiamo far quadrare i conti, in queste condizioni ti assicuro che ciò è impossibile. Non possiamo nemmeno chiudere, ormai siamo in un cerchio da cui non è facile uscire, ci vuole una legge ad hoc che colpisca chi non paga il dovuto; noi possiamo anche richiederlo, ma vale quanto sopra.
    Sicuramente il governo non vuole inimicarsi la committenza e probabilmente preferisce inimicarsi i trasportatori, ecco perchè ci vuole un segnale forte.

  6. Cara Rita, è chiaro che il governo ci sguazza dentro, è un modo come un altro per tenere ferme le persone, comunque cara Rita (mi permeto di chiamarti così perchè ho tanti anni) il problema trasporti e ricavi è sempre stata la piaga che ha ridotto una verogna la professione. Tu dici dei costi di gasolio e personale che viene pagato con provenienza dall’Est, ma pensi che sia quello il problema? No, il problema è che la nostra attività piano piano l’abbiamo distrutta, e ci siamo lasciati gestire da associazioni che hanno fatto solo il loro intersse dai C/T strapagati all’invenzione della sola iscrizione all’albo, per agevolare i vari grossi che erano a Roma e di intestarsi tutti i veicoli che hano voluto per mettere al volante gente senza professionalità farli dormire sui semirimorchi al rientro dopo giorni di giro. Ormai di AUTOTRASPORTATORI ne sono rimasti pochi e penso ancora per poco tempo io per primo, ti premetto che i miei veicoli non passano Bologna, faccio una attività giornaliera e quindi il discorso estero non mi tocca. Ci sono tante cose che ci fanno e dobbiamo tacere; pensa se a qualcuno gli venisse in mente di fermare veramente la circolazione e non una presa in giro. Ciao governo ciao Monti, tutti andrebbero a casa. Ciao Rita e buona serata.

  7. Non e’ piu’ possibile andare avanti cosi’. La nostra azienda sta lavorando in perdita perche’ non abbiamo il coraggio di chiudere, ma non so quanto dureremo ancora. Dobbiamo combattere la battaglia del gasolio professionale come pescatori e contadini. È la nostra sola speranza, tanto la committenza non vuole spendere e fara’ tutto cio’ che e’ in loro potere per non pagare. Aiutooooooo!

  8. Abbiamo solo una strada da percorrere: paralizzare l’Italia spegnendo i nostri Tir. Poi i signori della grande committenza vadano a comprarsi i loro camion, assumano i loro autisti, paghino gasolio e assicurazioni, manutenzione e guasti…. Solo così è possibile fargliela capire!

  9. Sciopero a oltranza, fermiamo i camion anche per un mese se è necessario. Almeno falliamo contenti per non essere stati cornuti e mazziati!

  10. Buongiorno…… o almeno si spera! Sono pienamente d’accordo con Ludovico e Daniele, ma tanta voglia di mettersi di traverso viene ormai lecita non solo per dichiarare le sole difficoltà economiche, ormai più che conosciute e irrisolte, ma anche da tanta rabbia, perchè? Ci sono ormai delle vere e proprie mancanze di rispetto, e sopprusi sulla gente che viene derubata, mentre cerca di compiere il suo lavoro quotidiano. Come si può aspettare ore e ore e ore per caricare o scaricare un solo carico? E in quanti è successo che ad un controllo stradale ci sono stati agenti, che non trovando grossi appigli, hanno il potere comunque di fare cassa (e che cassa) sulla gente che lavora, per infrazioni davvero di poco conto… A quella poca vera gente che poteva credere ancora nel valore del lavoro hanno tolto la voglia di costruire un mondo del lavoro rinnovato….. Ormai è tutto lecito e sporco, è solo una vergogna, non sai più dove guardare per vedere qualcosa di costruttivo. Al diavolo tutte le associazioni di categoria… L’unica mia speranza è che tutto il settore artigianale si spenga togliendo ossigeno contemporaneamente… Basta gesti folli, autodistruttivi, ma una vera e propria rivoluzione silenziosa e costruttiva. Buona giornata.

  11. Salve a tutti, leggo cose che ho già letto, sentito, dichiarate, scontate. Però… però c’è anche il vero problema. Mi spiego: è vero che ci si scanna, chi non sa farsi i conti, vero Franco? È vero però che tanti, non molti ormai, continuano a correre anche se in perdita: per fare vedere che lavorano, perchè oberati dai debiti, che credono di saldare viaggiando “comunque”. Ma, per me il problema è che, primo, non c’è merce e prodotti da muovere (sento artigiani, ditte, venditori che si lamentano), secondo , ma non meno importante che NON PAGANO! Oramai io lavoro solo con pagamento al carico, magari titoli, ma al carico! pochissimi viaggi, ma pagati. Poi, mettiamo che si carica e si lavori con prezzi concordati, sulla carta , ai prezzi minimi di legge… chi mi assicura che poi salderanno le mie fatture? Visto come sono messe le aziende (tutte) e sentito quello che mi si chiede e dice dal mio bancario?? Il problema è l’insolvenza! E la mancanza di liquidità in giro. Punto. Vista da me.

  12. Tante polemiche ma niente di costruttivo, il trasportatore deve diventare una professione seria non fatta sempre di pagliativi: sì, ma, perchè, forse, se magari; chi più ne ha più ne metta si trovano sempre scuse. Caro Giorgio se tutti facessero i conti come li so fare io ma non si possono praticare grazie a degli incompetenti che non si rendono conto che si sta scavando una fossa (quasi finita) per i trasportatori medi e piccoli; i grossi usano i piccoli trasportatori che viaggiano per una perdita giornaliera sino a quando scoppiano e poi diventano autisti. Per non parlare degli extracomunitari che le nostre associazioni hanno fatto il modo di iscriversi all’albo con poche migliaia di euro e rimettere in piedi il vecchio sistema più trasportatori padroncini più l’industria ci sguazza grazie all’amico secondo me testa di….. Bersani che continua a voler liberalizzare tutto per diminuire i costi, ma non ha capito che siamo alla canna del gas, noi non siamo le sue cooperative che ci sguazza dentro, provi un pò a lavorare anziché dire stupidaggini. Signori niente aiuti dallo stato non si esce se non pagati. In Italia impossibile vero? Saluti.

  13. Buona sera a tutti voi, sono reduce da una riunione regionale, non sentivo tante baggianate in una volta sola. Una considerazione maldestra da chi dovrebbe assisterci e darci valenza in modo da essere sentiti sia a livello regionale sia a livello nazionale. Il mio rammarico è che dopo oltre ogni ragionevole dubbio, i nostri rappresentanti di categoria non fanno che fare orecchie di mercante, pensando che noi come trasportatori siamo poco intelligenti, trattandoci come animali ammaestrati alla loro attenzione. Spero solo che questa sia l’ultima di quelle situazioni solo a nostro svantaggio. Conclusione: mi sono sentito preso per l’ennesima volta come spupido, sono amareggiato per la una situazione di vero stallo per la categoria. Buona serata a tutti.

  14. Come sempre ribadito ormai siamo alla vigilia di Pasqua, rimarremo fermi sia il venerdì (con divieto alle 14 poco si fa) e martedì (solo nel pomeriggio come puoi programmare un viaggio?). I tempi dati al governo sono largamente scaduti, su questo (come su altro) fronte NULLA abbiamo ottenuto e cosa facciamo? NULLA nell’immediato, diamo tempo….diamo tempo…
    Un’ulteriore presa in giro, ecco cosa abbiamo ottenuto; ma i nostri rappresentanti non avevano dato 60 giorni di sospensione del fermo, riservandosi di metterlo in atto se gli accordi non venivano rispettati?
    Forse avrò problemi di memoria, ma mi sembra proprio così; un fermo non una manifestazione.
    E intanto cosa facciamo? Rimaniamo fermi non per nostra volontà, ma per volontà di terze persone, che sicuramente penseranno (e a ragione) tanto questi parlano parlano, scrivono scrivono, ma all’atto pratico lasciano alquanto a desiderare.
    Il calendario dei divieti nulla incideva sul bilancio statale, se non siamo stati capaci di ottenere nemmeno questo…

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