Morti e feriti sulle strade tornano a salire. La colpa è di chi “taglia” la sicurezza

“Regole chiare e controlli puntuali su strade e autostrade perché siano rispettare. Solo così si può garantire più sicurezza per milioni di persone che ogni giorno si spostano attraverso l’Italia su due, quattro o più ruote”. Ad affermarlo, quattro anni fa, era stato Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto, schierandosi  in difesa della legge sui costi minimi per la sicurezza del trasporto merci, legge che, aveva sottolineato Uggé,  aveva contribuito “a far scendere il numero di morti e feriti nel 2011, rispetto all’anno precedente con un calo dei feriti dei conducenti di mezzi pesanti  diminuito addirittura di oltre l’11 per cento”. Regole e controlli sono le parole chiave anche del messaggio che Paolo Uggè ha deciso di ribadire oggi, all’indomani della diffusione di nuovi dati relativi agli incidenti e alla sicurezza stradale.  Dati che, sul coinvolgimento dei mezzi pesanti di massa superiore alle 3,5 tonnellate in incidenti mortali in autostrada e sulla viabilità ordinaria nei primi 9 mesi di quest’anno, hanno fatto registrare un preoccupante aumento rispetto allo stesso periodo del 2014. “I dati presentati  nella riunione della Commissione per la sicurezza stradale nel settore dell’autotrasporto confermano un’allarmante retromarcia nel percorso che negli ultimi anni aveva portato invece a una diminuzione degli scontri, in particolare quelli ce vedevano coinvolti mezzi pesanti”, ha commentato il presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio. “Se nel periodo gennaio settembre 2014 i numeri raccontavano di 152 incidenti con coinvolti mezzi pesanti, con un bilancio di 173 morti e 101 feriti, le cifre relative al periodo gennaio settembre 2015 indicano 169 incidenti mortali con coinvolti  mezzi pesanti,  costati la vita a 187 persone e il ferimento di 109. Tra i due periodi gli incidenti mortali con camion coinvolti sono aumentati di 17 unità con un + 11,2 per cento,  i morti  di 14 unità (+8,1 per cento) e i feriti di 8 unità (+7,9 per cento). E su 187 decessi, 29 hanno visto vittime dei conducenti di camion, con un incremento, rispetto al 2014, del 3 per cento. Un ruolo in questa crescita è stato ricoperto anche dal sostanziale abbandono dei costi minimi della sicurezza, quegli stessi costi che una legge del Parlamento italiano ha espressamente voluto per assicurare una corretta manutenzione dei mezzi e un’adeguata professionalità di chi è al volante dei bisonti della strada, ma che migliaia di committenti hanno boicottato, pensando esclusivamente a pagare il prezzo più basso possibile? La risposta è sì. E finché una certa committenza continuerà a pensare solo a far diminuire i prezzi del trasporto merci al chilometro, infischiandosene del fatto che in questo modo, per un’impresa di autostrasporto, è impossibile sostituire pneumatici o pastiglie dei freni quando sarebbe necessario farlo, temo saremo costretti a veder  aumentare il numero di feriti e morti sulle nostre strade”.

5 risposte a “Morti e feriti sulle strade tornano a salire. La colpa è di chi “taglia” la sicurezza

  1. La responsabilità di questi morti in più è dei committenti, del governo incapace di far rispettare le regole e di aumentare i controlli, ma loro intanto se ne fregano.

  2. Da trasportatore dico che Gianandrea ha solo in parte ragione perché per i clienti, a parole, la sicurezza è al primo posto ma poi di fronte al prezzo passa all’ultimo. Però io sono convinto che la maggior parte di colpa sia dei trasportatori che, per non perdere il lavoro, pressati dai colleghi che delle regole se ne fregano spesso si costringono ad accettare condizioni incompatibili con la sicurezza.
    Quindi utilizziamo la Regolarità delle imprese di trasporto che parte il 15 novembre indirizzando contributi e sgravi solo alle aziende con il bollino verde e per i committenti che utilizzano quelle con il bollino rosso, indetraibilità dei costi e dell’iva dei trasporti fatti da queste ditte.

  3. Il portale per la regolarità c’è, sperando che qualcuno non lo boicotti da qui al 15 novembre. nel frattempo i committenti dovrebbero chiedere il durc. dei miei, tra cui una multinazionale, nessuno lo ha chiesto. cosa vorrà mai dire? contributi e sgravi ai regolari solo se il bilancio dello stato lo consente e comunque nella legge di stabilità 2016 non mi pare ci sia nulla al riguardo. l’indetraibilità dei costi e dell’iva è un bel rospo che i committenti dovrebbero inghiottire e sono certissima che il governo non ci aiuterà su questo fronte.

  4. Per contributi e sgravi solo ai regolari intendevo per esempio quelli che già ci sono accise, autostrade più ogni altro sgravio dovesse venire concesso limitandolo magari ai mezzi meno inquinanti. Va chiarito però che la regolarità di impresa deve essere certa e non deve essere negata per piccoli importi per esempio un periodo di franchigia in caso di esti da positivo a negativo per la messa in regola.
    Che l’indetraibilità sia un bel rospo da ingoiare per la committenza (specie se legata all’utilizzo di vettori irregolari e anche al ritardo di pagamento oltre ai 60 gg) non ho dubbi come non mi aspetto aiuti dal governo per ottenerla però sono convinto che se , una volta nella vita,vi fosse un unità della categoria nel chiederlo con forza, alla fine visto che per lo stato è a costo zero, forse potremmo farcela.

  5. E all’ultima considerazione il sig. Roberto ha centrato il punctum dolens: l’unità della categoria. Francamente non credo che sia solo o maggiormente un problema di unità. trovo invece che l’influenza di certi poteri sia più incisiva della nostra. Tentar non nuoce comunque ma per sperare in un risultato dovremmo chiudere a chiave i presidenti e farli uscire solo ad accordi raggiunti.

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